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È una Turchia senza libertà: bloccati Facebook, WhatsApp e Twitter

È una Turchia senza libertà: bloccati Facebook, WhatsApp e Twitter

Il paese, sempre più in mano al volere unico del “Sultano” Erdogan, si è visto limitati i servizi social principali. Tra giornalisti e politici arrest

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Il paese, sempre più in mano al volere unico del “Sultano” Erdogan, si è visto limitati i servizi social principali. Tra giornalisti e politici arrestati la repressione viaggia su internet.

Turkey Blocks, servizio di monitoraggio web, ha fatto sapere a tutti la realtà delle cose: accesso semi-bloccato a WhatsApp, Facebook, Twitter e YouTube. Le piattaforme sono irraggiungibili dalle ore a 01.20 della notte (ora locale) e i collegamenti ai siti vengono diminuiti dai fornitori delle reti.

Cosa sta succedendo quindi? Perché siamo arrivati a ciò? Lungi da me aprire una polemica democratica/politica dell’attuale situazione Turca, basta analizzare i fatti per come stanno: arrestati undici parlamentari del Partito Popolare Democratico, arrestati diversi giornalisti di testate dissidenti.

Questo atto di chiusura delle comunicazioni è solo la consacrazione di un nuovo mondo politico ad Ankara, ovvero un regime a guida Erdogan.

Di Umberto Scifoni

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