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I Trolls infestano il web italiano

Il 13% degli utenti italiani sui social dichiara di essere stato vittima di trolling. Fra le vittime una su tre pensa che il troll sia giustificabile

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Il 13% degli utenti italiani sui social dichiara di essere stato vittima di trolling. Fra le vittime una su tre pensa che il troll sia giustificabile e che agisca nel pieno diritto della libertà espressiva sul web.

I giovani italiani fra i 20-34 anni hanno almeno un account social. Lo dichiara un’indagine dell’ “Osservatorio Giovani” dell’Istituto Giuseppe Toniolo che ha condotto un Focus sul tema “Diffusione, uso e insidie dei social network”, condotto a gennaio di quest’anno su un campione rappresentativo di 2.182 giovani italiani.

Fra le varie insidie che questa ricerca ha analizzato troviamo il trolling.

Il trolling è un fenomeno in cui la vittima riceve da un Troll (così viene chiamato il provocatore), durante una conversazione online, messaggi provocatori, falsi e fuori contesto con il solo scopo di provocare un litigio.

Secondo i dati del focus di gennaio il 13% degli utenti analizzati avrebbe subito episodio di questo tipo. Mentre il 37,7 % degli intervistati ha dichiarato di aver esperienza indiretta di questo fenomeno e il 9,3 % ha ammesso di esserne stato responsabile.

Le reazioni delle vittime registrate dall’indagine sono varie. Nel 60,8% dei casi la vittima ha rimosso il messaggio e bloccato l’utente senza rispondere alla provocazione, il 51,2% a provato ha rispondere al messaggio in maniera educata e il 49,4% ha usato lo stesso tono aggressivo. In fine un 31,6% si è dovuto rivolgere alle vie legali per liberarsi del troll che lo perseguitava.

“La difficoltà ad affrontare il fenomeno” dichiara il coordinatore del focus, Alessandro Rosina “in combinazione con l’idea che il web debba essere un luogo in cui esprimersi liberamente, porta molti ad accettare, pur senza necessariamente giustificare, alcuni comportamenti che minano la fiducia e la possibilità di relazioni autentiche in rete.”

Infatti, accanto al commento del coordinatore si aggiungono i dati della sua indagine che rivelano il pensiero dei giovani utenti. Il 71,8% dei soggetti analizzati sostiene che i fenomeni di trolling e di vessazioni in generale rendono i social un posto poco affidabile e sicuro. Di contro, si è registrato un 28,2% degli intervistati che sottovaluta l’impatto che hanno questi episodi sulle vittime e che crede facciano parte del pacchetto di una vita condivisa su internet. A sostegno di ciò si è analizzato un 34,8% che è convinto che il troll agisca nel pieno diritto dell’espressione libera sul web.

Rosina conclude dicendo che chi accetta questi atti di bullismo online giustificandoli come “parte del gioco” si rende complice degli artefici.

Di Chiara Caporali

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