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Emozioni liquide: cronaca della conferenza UNICEF per la Giornata della Memoria

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In occasione della Giornata della Memoria- che dovrebbe essere un momento di riflessione e ricordo di tutti i massacri e le persecuzioni che sono stati compiuti e che continuiamo a compiere- è stato promosso un incontro con le ragazze Yazide.

Un incontro intenso e carico di emozioni, il coraggio letto negli sguardi profondi e vissuti, ma pieni di vita, di queste cinque ragazze: Manal Barakat, Zina Hassan, Klood Khedada, Samia Jendo, Bushra Qasim, Khawla Shamo.

unicef

Attraverso l’obiettivo della macchina fotografica ci raccontano le loro vite, in mostra al MAXXI di Roma fino al 29 gennaio (progetto finanziato dall’Unicef, dal Ministero della Difesa e dall’ong RDO).

Quella Yazida è la minoranza etnica più perseguitata, si contano fino ad oggi ben 73 episodi di persecuzione da parte dell’ ISIS: vittime di guerra, violentate nel corpo e nell’anima, ma vive. Dall’agosto del 2014 si contano oltre 400000 componenti della comunità Yazida che hanno dovuto abbandonare le loro case mentre Daesh conquistava, devastandole, ampie estensioni del territorio iracheno. Chi non è stato fatto prigioniero e giustiziato, o ridotto in schiavitù, si è rifugiato sulle montagne del monte Sinjar, per poi raggiungere i campi profughi della regione del Kurdistan iracheno.

Il campo profughi di Khanke (dove sono ospitate le ragazze fautrici degli scatti) ospita quasi tremila famiglie, fuggite dalla provincia irachena di Ninive. Attraverso l’impegno dell’organismo internazionale e della giornalista Shayda Hessami, possono raccontare e diffondere le loro storie e le loro vite nel campo.

Alla fine della conferenza, con gli occhi lucidi, mi rimbomba nella testa solo una semplice parola in cui riesco a racchiudere tutti i miei pensieri e le mie emozioni: Grazie.

Di Giulia Celli

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