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Segreterie fantastiche e dove trovarle

Un simpatico spaccato su come a volte le segreterie universitarie creino più problemi di quanti ne risolvano. Sarà capitato ad ognuno di voi di aver b

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Un simpatico spaccato su come a volte le segreterie universitarie creino più problemi di quanti ne risolvano.

Sarà capitato ad ognuno di voi di aver bisogno di un’informazione in merito a qualcosa che non si è in grado di risolvere da soli, come ad esempio l’approvazione del piano di studi, o il cambio di un esame facoltativo o qualcosa inerente al pagamento delle tasse. Solitamente la prima cosa che si fa è cercare riferimenti sul sito dell’università, ma purtroppo spesso non è molto esaustivo o comunque quello che ti serve non lo trovi mai. A quel punto ti segni gli orari in cui è aperta la segreteria perché sai che il tuo destino sarà quello di dirigerti lì, anche se è l’ultima cosa che vorresti fare.

Innanzitutto c’è la fila. C’è sempre la fila perché di solito quando c’hai qualche cosa da risolvere tu, ce l’hanno pure tutti gli altri. Comunque prendi il numeretto e aspetti. Aspetti e osservi. Ti guardi intorno e vedi che ci sono circa 15 vetri dietro i quali dovrebbero essere seduti altrettanti operatori per dare informazioni agli studenti, ma in realtà ce ne sono si e no 4 e tutti gli altri stanno dietro a fare altro con fogli e documenti fra le mani. Tu non lo sai se davvero stanno svolgendo le loro mansioni (e ti auguri con tutto il cuore di si) oppure fanno finta di farlo, ma ogni tanto ti viene da malignare perché pensi che stiano perdendo tempo, un po’ come quando vai alla posta. Alcuni operatori (molto rari) sono veloci ed attenti , altri un po’ meno, le più vivaci invece, mentre servono, raccontano alla collega la ricetta del pollo coi peperoni versione speciale che hanno visto l’altro giorno in tv dalla Parodi.

Quando arriva il tuo turno sei così felice che ti senti quasi come Fabio Grosso quando ha segnato l’ultimo rigore nel 2006, però tu in questo caso sei ancora sul dischetto. Ti avvicini con tutte le tue buone intenzioni sperando di non incappare nella segretaria antipatica, che ti risponde a monosillabi e non toglie gli occhi dal computer neanche per guardarti in faccia. E invece no, ti capita lei. Se ti va bene te la cavi con cinque minuti, se ti va male con mezz’ora, se ti va peggio ti dicono che hai sbagliato segreteria, che quello che tu hai chiesto non è di loro competenza, ma dell’altra segreteria, quella didattica e non quella amministrativa. A quel punto tu prima ti arrabbi con loro perché non t’hanno risolto il problema e poi con te stesso che dopo quattro anni che stai all’università ancora non hai capito che differenza sostanziale ci sia fra le segreterie, sai solo che una sta da una parte e una dall’altra, e di solito sono parti lontane fra di loro.

Te ne vai rassegnato a cercare sul sito gli orari di ricevimento dell’altra segreteria, perché sicuramente sono differenti e quindi devi tornare domani.

Oggi comunque all’università hai imparato due cose: la costanza per raggiungere un obiettivo e una ricetta della Parodi.

Di Sara Fiori

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