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Quando la tecnologia crea nuove realtà: in Danimarca arriva l’ambasciatore digitale

Quando la tecnologia crea nuove realtà: in Danimarca arriva l’ambasciatore digitale

Dai tempi lontani in cui tra uno Stato e un altro correvano distanze reali, al terzo millennio in cui la figura dell’ambasciatore trova nuovo lustro.

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Dai tempi lontani in cui tra uno Stato e un altro correvano distanze reali, al terzo millennio in cui la figura dell’ambasciatore trova nuovo lustro.

Le innovazioni tecnologiche hanno dato vita a fenomeni che fino a pochi anni fa non esistevano, a partire dalla realtà virtuale che sempre più si intreccia con quella reale, in un gioco continuo di trasferimento di elementi da una parte all’altra, quasi come fossero due vasi comunicanti.
Lo vediamo tutti i giorni: tante, tantissime attività che un tempo richiedevano una presenza fisica ora possono essere realizzate tramite un laptop e una connessione Internet, rendendole per un verso più semplici, per l’atro sicuramente più rarefatte, vicine ma lontane perché impercepibili.
Tutto questo pone l’esigenza di rivedere la realtà che ci circonda, non più limitata solo a quello che vediamo, dovendo allargare lo sguardo a cose, attività e rapporti immateriali.
È dall’esigenza di trattare al meglio con queste realtà, ormai diffusissime, che

è stato creato in Danimarca l’ambasciatore digitale, incaricato di intrattenere rapporti e concludere negoziati con entità materiali ma che trovano la loro realizzazione nel mondo del Web e quindi di difficile qualificazione: stiamo parlando di realtà quali Facebook, Google e via dicendo.

Non possiamo negare, infatti, che tutte queste realtà abbiano ormai un’influenza diretta e fortissima sulle persone e sugli Stati, perché da questi passano petizioni, pubblicità, piattaforme di investimento, attività lavorative online e chi più ne ha più ne metta.
Ecco che uno dei paesi più avanzati al mondo, la Danimarca, per prima ha provveduto a rispondere all’esigenza di migliorare la qualità e la modalità con cui il paese intrattiene i rapporti con questi colossi mondiali, motivando questa novità con la necessità di adeguare le istituzioni alla realtà che va via via modificandosi: “Dobbiamo smettere di guardare al passato e pensare a come sarà il futuro”, ha affermato il Ministro degli Esteri danese Anders Samuelsen.

Ancora non è stato deciso chi sarà incaricato per il nuovo ruolo e nemmeno come si svolgerà effettivamente, se l’ambasciatore avrà una sede fisica presso queste realtà 2.0 o solo virtuale, di sicuro però si comporterà come se si trattasse effettivamente di rapporti internazionali tra paesi differenti perché, come dice il ministro danese, queste si configurano come vere e proprie realtà statuali, spesso anche più importanti.
Con l’introduzione dell’ambasciatore digitale, però, non cambierà solo la concezione dei rapporti con realtà immateriali, “hi-tech”, ma anche il ruolo dell’ambasciatore stesso, una figura risalente addirittura a migliaia di anni fa e che se nell’epoca moderna sembrava essere ormai obsoleta, quasi sull’orlo del tracollo, trova nuova linfa nell’intrattenere rapporti diplomatici con nuovi soggetti non più trascurabili (internazionali o forse sarebbe meglio dire “ultranazionali”).

La “bomba” è stata lanciata e come sostiene lo stesso Anders Samuelsen, ora non resta che aspettare e vedere che ruolo e a quali risultati porterà questa nuova versione della figura dell’ambasciatore, che probabilmente i paesi più avanzati e attenti al futuro tenderanno a replicare.

Di Lorenzo Maria Lucarelli

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