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Cyberbullismo? Forse la soluzione è vicina!

Cyberbullismo? Forse la soluzione è vicina!

Il “Cyberbullismo” si differenzia dal classico bullismo per forme, contenuti e dimensioni: ormai divenuto un problema reale, è stato opportuno correre

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Il “Cyberbullismo” si differenzia dal classico bullismo per forme, contenuti e dimensioni: ormai divenuto un problema reale, è stato opportuno correre ai ripari con un apposito disegno di legge proposto dalla senatrice Elena Ferrara.

Nello stesso giorno in cui in tutto il mondo si celebra il “Safer Internet Day”, la giornata dedicata alla sicurezza in rete, in Italia il 7 febbraio si è celebrata anche la Giornata nazionale contro il bullismo e cyberbullismo a scuola. Coincidenza o meno,

sempre negli stessi giorni è stato approvato al Senato, ed ai più è sfuggito, il disegno di legge contro il cyberbullismo, che però dovrà essere votato nuovamente alla Camera in quanto modificato dal Senato.

Si tratta di una legge, sempre più vicina ad entrare in vigore, che aspettavamo da tempo e che darà delle risposte concrete alla lotta contro gli atti di bullismo che avvengono in rete, un fenomeno sempre più diffuso, soprattutto tra i più giovani e che ha già fatto numerose vittime.
Infatti, il vero problema di questo fenomeno è la difficoltà di reagire in quanto non si tratta di un’offesa fisica alla quale è possibile rispondere immediatamente e in maniera concreta ma, invece, si sostanzia in un’attività di “bullizzazione” estesa, di difficile identificazione e con un largo bacino di gregari data la facilità con cui è possibile realizzare tali azioni dietro una tastiera.
Ma quali sono le manifestazioni concrete del cyberbullismo alle quali il legislatore sta cercando di porre rimedio? Si tratta di molteplici forme, alcune già esistenti nella realtà materiale e trasposte nel mondo digitale tra le quali:

  • Il Flaming: messaggi sui social di carattere volgare e violento e che hanno l’intento di far nascere una discussione condotta ad armi pari;
  • L’Harassment: veri e propri insulti o frasi offensive che vengono inviate in maniera ripetuta nel tempo;
  • Il Cyberstalking: si tratta di una forma aggravata dell’Harassment e consiste negli stessi messaggi ma inviati in maniera ancor più ripetuta e con una carica minacciosa maggiore tanto da far pensare chi è nel mirino di temere per la propria incolumità fisica;
  • Il Denigration: attraverso questa forma di cyberbullismo si vuole intaccare la reputazione di una persona, diffondendo immagini, pettegolezzi o comunque materiale denigratorio a riguardo;
  • L’Impersonation: in questo modo si viola l’account di una persona per carpirne i contenuti o effettuare tramite questo azioni sconvenienti per il proprietario;
  • Il Cyberbashing o Happy Slapping: vengono ripresi con il cellulare o altra videocamera i momenti in cui un soggetto viene malmenato, umiliato o deriso e pubblicati online.

Come si può capire si tratta di manifestazioni differenti tra loro, che hanno bisogno di mezzi appositi per intervenire, soprattutto quando i soggetti, destinatari o autori, sono minori e quindi non in grado di agire autonomamente, o perché la legge non lo permetterebbe (denunce e via dicendo) o perché non sanno cosa fare, quando non ne hanno addirittura paura.
Il disegno di legge di cui stiamo parlando è diretto proprio alla classe dei più giovani (in quanto per gli adulti già esistono appositi mezzi che possono essere esperiti) e prevede, se non verrà ulteriormente modificata dalla Camera, i seguenti mezzi di intervento:

  • Il minore (autonomamente e senza dover chiedere ai genitori, che saranno comunque abilitati a farlo) ultraquattordicenne, oggetto di cyberbullismo, potrà inoltrare al gestore del sito internet una richiesta per far oscurare, eliminare o bloccare ciò che lo ha umiliato;
  • Il cyberbullo potrà essere ammonito dal Questore dopo che egli lo avrà convocato assieme ai genitori, con tutte le conseguenze giuridiche che ne derivano e che cesseranno solamente al compimento della maggiore età;
  • Presso la Presidenza del Consiglio verrà istituito un tavolo tecnico di lavoro per la prevenzione e lo sviluppo di ulteriori piani per la lotta al cyberbullismo, con la presenza di figure altamente specializzate;
  • L’incremento dei poteri di vigilanza e di azione della Polizia Postale.

Per ora le premesse sembrano essere buone, gli strumenti efficaci ma la parola definitiva spetterà alla Camera dei Deputati e soprattutto sempre alle famiglie e alle altre figure educatrici alle quali spetta di vigilare e di evitare il più possibile che episodi di questo tipo si verifichino.

Di Lorenzo Maria Lucarelli

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