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Per il CEO di Wind Tre c’è bisogno di una scuola fatta di innovazione e merito

Per il CEO di Wind Tre c’è bisogno di una scuola fatta di innovazione e merito

Questa volta consigli importanti provengono da Massimo Ibarra, amministratore delegato della Wind Tre. Massimo Ibarra, attuale CEO della Wind Tre, il

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Questa volta consigli importanti provengono da Massimo Ibarra, amministratore delegato della Wind Tre.

Massimo Ibarra, attuale CEO della Wind Tre, il principale operatore telefonico in Italia (per telefonia mobile), nato dalla fusione per incorporazione tra Wind Telecomunicazioni S.p.A e H3G S.p.A, ha recentemente speso parole di incoraggiamento per i giovani e per la valorizzazione del merito.

L’amministratore delegato della Wind Tre è convinto che la scuola italiana abbia bisogno di una forte iniezione di tecnologia. Come? Con investimenti in formazione e infrastrutture, affinché sia possibile dare spazio allo sviluppo e alla crescita dei giovani più meritevoli.

Secondo Massimo Ibarra, per fare ciò vi è bisogno di un Piano Marshall. Ah, per chi se lo fosse dimenticato fu uno dei piani messi in atto dagli Usa per ricostruire l’Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale. Solo attraverso un piano di aiuti economici e finanziari, infatti, è possibile inserire la tecnologia nelle scuole italiane. Questa, può essere utilizzata per superare le lungaggini burocratiche che limitano le aziende. Il tutto, favorirebbe l’accesso dei giovani in grado di padroneggiare e sfruttare al meglio gli strumenti e il linguaggio tecnologico e digitale.

Quello di Massimo Ibarra non è il suo primo intervento riguardo il mondo dei giovani. Infatti prima della fusione tra Wind e Tre Italia aveva dichiarato davanti al Senato.

“Entreremo in una fase molto interessante, in cui saremo il primo operatore mobile in Italia. Sono previsti piani molto importanti di investimenti e innovazione. Avremo bisogno di competenze che possano aiutarci in questi piani di sviluppo. Se vogliamo affrontare la trasformazione dobbiamo fare lo sforzo di assumere un numero consistente di giovani”. Queste, le sue parole.

Insomma, le buone intenzioni e i consigli provengono ormai anche dal mondo del lavoro. Speriamo solo che chi di dovere, ai poteri alti, sia in grado di accogliere e sfruttare al meglio tali input per indirizzare le future misure politiche e legislative.

Di Lorenzo Maria Lucarelli

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