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Tasse universitarie? Arrivano le riduzioni alla Bicocca

Tasse universitarie? Arrivano le riduzioni alla Bicocca

Ad attuazione dello “Student Act” del governo Renzi, considerato da molti una farsa, sono molte le università italiane ad aver adottato una riduzione

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Ad attuazione dello “Student Act” del governo Renzi, considerato da molti una farsa, sono molte le università italiane ad aver adottato una riduzione delle tasse.

Quando il diritto allo studio sembra sempre meno garantito, molto spesso a causa di costi elevati, a partire dal materiale didattico, tanto che da registrarsi un elevato tasso di abbandono scolastico e universitario, molte università si impegnano per invertire la rotta.

È quanto è successo, per fare un esempio, all’Università Bicocca di Milano dove, dall’anno prossimo, le tasse universitarie saranno inferiori di 350/400 Euro per 94 ragazzi su 100.

Questo grazie al recepimento, in bonam partem, della Legge di Stabilità 2017 che ha previsto di aumentare da 5.000 a 13.000€ il reddito Isee sotto la soglia del quale si è esenti dalle tasse. Per evitare discriminazioni al contrario è stato poi previsto un nuovo metodo per tassare le fasce superiori: un sistema che prevede fasce calmierate alle quali viene applicata al massimo un’aliquota (crescente) del 7%.

“Abbiamo reinterpretato queste norme. Eliminando le fasce di reddito e introducendo un sistema progressivo, che tutela anche redditi medi e medio-alti, soprattutto in presenza di buoni risultati di studio – ha affermato Paolo Cherubini, prorettore vicario e alla didattica dell’ateneo milanese, continuando – Atenei virtuosi come il nostro – conclude – possono permettersi di detassare effettivamente tutti i redditi bassi, medi, e medio-alti. Ma chi ha maggiori precarietà di bilancio non avrà altra scelta che tenersi vicini ai massimi previsti dalla legge, di fatto quasi nullificando l’impatto del provvedimento”.

Non rientrano nella misura i fuoricorso che, però, non saranno soggetti ad alcuna tassazione maggiorata, come succede in molti atenei.
Cherubini apre al problema della mancanza di fondi per molte università, costrette quindi a tassare eccessivamente gli studenti per poter garantire i propri servizi. Per evitare ciò il governo ha stanziato 55 milioni di Euro per il 2017 e ben 105 dal 2018: a detta di molti comunque non sufficienti per raggiungere lo scopo della legge.

Ad abbassare le tasse universitarie, nello specifico eliminarle completamente per i meno abbienti, garantendogli un effettivo diritto allo studio (questo è l’obiettivo esplicito della legge, il c.d. “Student Act”), sono molte università italiane.

Peculiari sono le misure prese dalla Sapienza di Roma.

Questa, attraverso il regolamento che ha recepito la Legge di bilancio, ha introdotto delle vere e proprie “tasse personalizzate”, alleviando di molto le fasce basse e medio-basse. Ad influenzare la personalizzazione sono molti fattori:

  • il voto di maturità,
  • la media universitaria,
  • la presenza di più figli iscritti presso lo storico ateneo romano.

Per ora solo alcune università hanno adottato misure per adeguarsi agli obiettivi della Legge di Stabilità, a fronte di altre che invece, facendo l’opposto, hanno incrementato la tassazione, finendo solo per aggravare la situazione degli studenti e non garantendo a pieno il diritto allo studio.

Di Lorenzo Maria Lucarelli

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