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Immatricolazioni boom: anche l’Università italiana torna a crescere

Immatricolazioni boom: anche l’Università italiana torna a crescere

Superata la profonda crisi delle immatricolazioni, iniziata nel 2003, buona parte degli atenei nostrani stanno vivendo un periodo positivo. Vincono la

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Superata la profonda crisi delle immatricolazioni, iniziata nel 2003, buona parte degli atenei nostrani stanno vivendo un periodo positivo. Vincono la facoltà di Economia e Ingegneria

Se negli ultimi anni la tendenza delle immatricolazioni nelle università italiane era decisamente di segno negativo, qualcosa, di recente, sta cambiando.

I dati forniti dal Miur, insieme ad uno studio sviluppato da “La Repubblica” fotografano, per l’anno 2016-2017, un

trend in rapido miglioramento, con ben 283.414 diplomati che si sono poi iscritti a corsi universitari.

Il 4,3% in più rispetto all’anno scorso, che già aveva segnato dati marcatamente positivi rispetto al calo che era iniziato già nel lontano 2003.

90 sono gli atenei presi in considerazione dall’analisi, sia statali che privati e telematici: 58 dei quali attestano l’iscrizione di un numero sempre maggiore di matricole, rispetto ai restanti 32 che assistono ad un calo di iscrizioni.

A crescere sono anche le università del Sud, storicamente afflitte dal problema delle poche iscrizioni, che, però, negli ultimi anni hanno intensificato attività e finanziamenti atti ad informare i giovani per prevenire l’abbandono delle aule dopo la maturità o in corso di studi specialistici.

Esemplificativo è quanto realizzato dalla Regione Sardegna che ha destinato ben 7 milioni di Euro per finanziare un piano quadriennale contro la dispersione universitaria, (come vi abbiamo raccontato) rafforzando le attività di orientamento.

Prima nella speciale classifica dedicata alle università che quest’anno hanno registrato un aumento degli iscritti è l’Università di Perugia, da sempre storico ateneo animato da studenti provenienti da ogni parte di Italia ma anche dall’estero.

Ben 1.830 matricole in più rispetto all’anno scorso, molte delle quali, appunto, provenienti da zone lontane rispetto al territorio perugino.

Molti dei risultati positivi registrati si devono ad un maggiore impegno ed attenzione nei confronti dell’offerta proposta agli studenti, ma anche ad un ampliamento delle attività di orientamento già a partire dai primi anni delle scuole superiori.

Riprende l’argomento il Ministro dell’Istruzione Valeria fedeli che sottolinea: “È un segnale che va colto e sostenuto. Per raggiungere questo obiettivo hanno un ruolo fondamentale le politiche dell’orientamento pre-universitario su cui abbiamo investito 5 milioni di euro in più. Daremo l’avvio a una massiccia campagna informativa destinata agli studenti sui servizi a loro dedicati”.

Tra le facoltà in maggior crescita si segnalano Economia ed Ingegneria.

Ciò testimonia del fatto che, come si è avuto modo di dire in precedenza, i neo immatricolati, appartenenti alla categoria della “GenerazioneZ”, sono spinti nella scelta università dal pragmatismo e dalla concretezza che li contraddistingue, piegando spesso tale scelta agli orizzonti lavorativi che gli si prospettano.

#FacceCaso

Di Lorenzo Maria Lucarelli

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