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Parma, nasce la prima sala per studenti musulmani in un’università italiana

Parma, nasce la prima sala per studenti musulmani in un’università italiana

Sarà un luogo di preghiera per tutti gli studenti di fede islamica, ma anche un modo per cominciare a comprendere la multiculturalità. I ragazzi musu

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Sarà un luogo di preghiera per tutti gli studenti di fede islamica, ma anche un modo per cominciare a comprendere la multiculturalità.

I ragazzi musulmani da oggi avranno uno spazio dedicato esclusivamente a loro. Siamo all’Università degli Studi di Parma, dove su richiesta dell’Associazione studentesca musulmana universitaria e per sostenere il pluralismo religioso,

è stata concessa l’apertura di una sala di preghiera dedicata esclusivamente agli studenti islamici.

A tal proposito si è espresso duramente il professor Saverio Bettuzzi, docente del dipartimento di Medicina e Chirurgia, dicendo che queste richieste vanno indirizzate verso la municipalità e che l’Università, essendo laica, ha tra le sue missioni la ricerca e la didattica, non il garantire l’esercizio della libertà religiosa. Una concessione troppo ampia, dunque, per gli studenti musulmani.

Inoltre crede che non sia razionale garantire spazi a qualunque confessione religiosa ne faccia richiesta, perché ciò comporterebbe un uso di spazi ed attrezzature, oltre ai costi di gestione, dove molti studenti potrebbero studiare senza dover fare gara per ottenere i posti in aula studio.

Dello stesso parere è il Segretario della Lega Nord Emilia Emiliano Occhi il quale ha scritto: “Riteniamo questa decisione inaccettabile e fuori da ogni logica in questo momento storico. L’Università deve essere un luogo di cultura e apprendimento, non un luogo in cui professare la propria religione. Inoltre ci chiediamo, se ci siano abbastanza stanze per accontentare tutti. Queste sono manovre escogitate esclusivamente per fini elettorali”.

Il Prorettore all’Edilizia e Insediamento Urbano Carlo Quintelli, risponde alle critiche sottolineando la volontà di fornire uno spazio e di allargare la dotazione dell’Ateneo per quanto riguarda le esigenze e le richieste degli studenti, anche se si tratta di confessioni religiose.

Lo spazio concesso non va oltre i venti metri quadrati e si tratta di una piccola cosa, che però diventa una grande cosa se si vede l’Ateneo come un luogo d’incontro e di tolleranza, rispetto alle idee e alle varie fedi, dove si possa parlare ed elaborare un confronto, che diventi culturale, educativo e scientifico.

Marco Mezzadri, coordinatore del seminario e Docente di Didattica delle Lingue Moderne, evita di entrare in polemica con chi ha criticato questa iniziativa, ma vuole che sia un’occasione valida per guardare verso il futuro e soprattutto verso un contesto multiculturale.

Rettore e CdA, inoltre hanno messo in cantiere il prossimo progetto che sarà quello di una “Sala del silenzio multiconfessionale”.

#FacceCaso

Di Gianmarco Saulli

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