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La Germania dichiara guerra agli haters

La Germania dichiara guerra agli haters

Odio sui social, multe fino a 50 milioni di euro per chi straparla. Haters nel mirino delle autorità tedesche. Haters: Il termine dispregiativo si ri

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Odio sui social, multe fino a 50 milioni di euro per chi straparla. Haters nel mirino delle autorità tedesche.

Haters: Il termine dispregiativo si riferisce a una persona che esprime odio nei confronti di un determinato soggetto in spazi di discussione pubblica, in particolare in quelli presenti nel World Wide Web, come i forum e siti come YouTube. (fonte: Wikipedia). Ora vi spiego cosa intendo nel dettaglio.

Social declinati in ogni salsa: Facebook, Twitter, Instagram, Tumblr, ma la lista potrebbe continuare. Sono loro i protagonisti della rivoluzione digitale sempre più diffusi e presenti nella vita di noi ragazzi, ma non solo.
Chi di noi infatti non se ne è mai servito per condividere un’idea, un’emozione, per informare o semplicemente per svago? Gli ultimi dati raccontano che nel nostro paese ci sono 31 milioni di utenti attivi sui social, 28 da mobile.

La notizia di oggi è l’approvazione da parte della Germania di una dura legge contro gli ” haters ” : la Network enforcement Act. Il Parlamento tedesco, infatti, ha approvato la misura secondo la quale se 24 ore dopo aver ricevuto una segnalazione il social non rimuove il post, rischia una sanzione milionaria.

Inoltre, il testo prevede che dopo la cancellazione degli insulti nei sette giorni successivi, questo deve provvedere a bloccare altri contenuti offensivi.

Lo stesso ministro della giustizia Heiko Maas ha sottolineato come la legge impedisca a internet di “essere territorio dominato dalle legge della giungla, senza infrangere la libertà di parola”.

La normativa affronta un argomento delicato: la libertà d’espressione ai tempi dei social, cercando di delimitare un area di tolleranza giuridica entro la quale gli utenti devono muoversi. Però gli haters sono qualcosa di differente.

Questi rappresentano una moderna “polis” greca dove esprimiamo il bisogno di comunicare e relazionarci con gli altri, ma ciò dev’essere essere fatto responsabilmente . La “democratizzazione” dell’informazione che ci hanno regalato, trasformandoci da fruitori di contenuti a editori, non può e non deve sconfinare nella libertà di insulto.

Un fenomeno sempre più in crescita e sempre più protagonista a livello giuridico: anche la Cassazione si è espressa a riguardo, chiarendo che l’offesa “social” deve essere considerata a tutti gli effetti una diffamazione aggravata.

La pena prevista consiste nella reclusione da 3 mesi a 6 anni, oppure una multa non inferiore a 516 Euro.

Forse però più che da un punto di vista legislativo bisognerebbe affrontare la questione da un punto di vista culturale.

Dal momento che internet è una risorsa di cui non è possibile fare a meno, si dovrebbe tentare, a mio parere, di educare i più giovani ad un un uso ragionato e critico del virtuale : la scuola potrebbe sicuramente essere d’aiuto.

#FacceCaso

Di Luca Pennacchia

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