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Non solo politici con molteplici incarichi ma anche professori colleziona poltrone

Non solo politici con molteplici incarichi ma anche professori colleziona poltrone

È questa la realtà dell’università italiana dove spesso i docenti hanno altri incarichi che non consentono di svolgere al meglio la loro attività di i

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È questa la realtà dell’università italiana dove spesso i docenti hanno altri incarichi che non consentono di svolgere al meglio la loro attività di insegnamento, alle volte incarichi anche incompatibili, come nel caso del professor Lorenzo Casini.

Quello dei numerosi incarichi lavorativi e istituzionali è un problema non irrilevante che finisce inevitabilmente per accentrare il potere nelle mani di pochi, nemmeno in grado di onorarli adeguatamente quanto dovrebbero.
I fatti diventano ancora più gravi quando si tratta di professori universitari.

Peggio ancora se a tempo pieno, soliti ricoprire più incarichi e spesso delegare le proprie attività di insegnamento e ricerca ad assistenti (non per colpa loro ma per l’inadeguatezza dei vari professori) senza arte né parte.

Ancor più grave è la situazione quando tra il ruolo di professore e gli altri incarichi svolti esiste un’incompatibilità, sulla quale però nessuno eccepisce alcunché, tipico esempio di baronia dell’accademia nostrana.

È proprio questo quanto rilevato con un’interrogazione parlamentare dai deputati del M5S, con la quale hanno chiesto chiarimenti in merito al Professor Lorenzo Casini.

“Oggi, con un question time in commissione Cultura, abbiamo chiesto conto dell’incarico di cui è titolare il professore Lorenzo Casini in servizio presso l’IMT Alti Studi di Lucca – lo stesso istituto al centro dello scandalo sulla tesi di dottorato della Madia – come consigliere giuridico del Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini. La legge, seppur definisca i confini dell’incompatibilità tra il ruolo di professore universitario e gli incarichi in maniera blanda anche a causa della riforma Gelmini, prescrive alcuni atti necessari”.

Così inizia l’interrogazione parlamentare, firmata dal deputato pentastellato Gianluca Vacca, con la quale viene rilevato il problema: l’incompatibilità e “la capacità di ottemperare all’incarico e contemporaneamente svolgere il ruolo di professore ordinario a tempo pieno”.

Il professore in questione ha attualmente ridotto le ore dedicate all’incarico ministeriale, proprio per riuscire ad ottemperare al carico di lavoro richiesto dal ruolo di professore ordinario, conscio anche del fatto che per riuscire a superare un’incompatibilità del genere la legge richiede una particolare autorizzazione.

“La risposta che abbiamo ricevuto dal Ministero ci lascia ovviamente insoddisfatti, perché non mette affatto in chiaro come un professore possa fare anche il consigliere giuridico di un Ministro e come abbia potuto per ben tre anni svolgere due mansioni così gravose contemporaneamente in evidente situazione di criticità”.

Il caso del professor Casini è solo uno dei tanti (fortunatamente finito con una soluzione ragionevole di compromesso) ma a quanti è capitato di avere un professore costantemente assente perché dedito ad altre attività, anche non incompatibili, inficiando inevitabilmente la qualità dell’insegnamento e di preparazione dei propri studenti?
È questa l’università che vogliamo?

#FacceCaso

Di Lorenzo Maria Lucarelli

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