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Padova: è giusto far decidere a noi studenti?

Padova: è giusto far decidere a noi studenti?

A Padova gli studenti dell'università possono decidere le sorti dei propri professori. Siamo a Padova, precisamente nell’ateneo della provincia venet

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A Padova gli studenti dell’università possono decidere le sorti dei propri professori.

Siamo a Padova, precisamente nell’ateneo della provincia veneta, in cui un aggiornamento del regolamento prevede che i giovani studenti, possano in parte decidere se i propri docenti meritino ricevere un aumento in busta paga.

Tutto nasce nel gennaio del 2011 quando è entrata in vigore la tanto acclamata e contestata riforma Gelmini.
Questo perché all’interno della riforma, viene lasciata piena autonomia alle Università per assegnare eventuali aumenti degli stipendi dei docenti.

Oltre al questionario per avere il tanto desiderato aumento, una commissione di tre docenti nominati dal Rettore Rosario Rizzuto, analizzeranno i docenti secondo tre criteri fondamentali: attività didattica, produzione scientifica e attività gestionali.

Per lo scatto serve un giudizio adeguato in tutte e tre le categorie ed entro sei mesi, grazie ad un regolamento creato ad hoc, anche il parere degli studenti diventerà decisivo.

Questo discorso ha creato molti dissensi all’interno del corpo accademico, perché viene visto come un modo superficiale per giudicare il lavoro dei singoli docenti, ma soprattutto perché si crede che i singoli studenti vadano a giudicare i professori in base alle loro simpatie.

In molte università italiane la valutazione dei professori è all’ordine del giorno, come ad esempio all’Università Ca’ Foscari di Venezia, dove, l’aumento viene applicato solo per chi ha ottenuto, dice il regolamento: “una valutazione media da parte degli studenti frequentanti non inferiore al 50 % del massimo ottenibile”.
Anche alla Luiss, università privata della capitale, è stato inserito un meccanismo che tiene in considerazione l’opinione degli studenti.

Per quanto mi riguarda credo che sia fondamentale attribuire un minimo di potere agli studenti, che ormai nell’università di oggi sono visti solo come dei numeri che servono per dare lustro all’ateneo.

L’unica cosa che andrebbe precisata a tal proposito, però è indicare il numero di questionari necessari a rendere validi i giudizi espressi.

Bisogna infatti decidere se può andar bene la maggioranza assoluta degli studenti iscritti al corso o semplicemente la maggioranza dei frequentanti, perciò se una delle due maggioranze scelte, crede che il professore debba essere premiato allora il rettore dovrà conferirgli un aumento, mentre se non sarà apprezzato, il docente in questione insieme ai sui collaboratori dovrà rivedere il proprio metodo di insegnamento per cercare di soddisfare tutti.

#FacceCaso.

Di Gianmarco Saulli

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