Tempo di lettura: 3 Minuti

Perché costruire nuovi edifici quando si possono riqualificare vecchi stabili?

Perché costruire nuovi edifici quando si possono riqualificare vecchi stabili?

E quello che sta facendo La Sapienza negli ultimi anni. Riqualificare vecchi stabili per cercare di ovviare il più possibile alla carenza di spazio.

Adotti un linguaggio sessista? L’Università di Hull ti penalizza
Streaming video bloccati all’università
Sciopero docenti per la sessione estiva, si salvi chi può!

E quello che sta facendo La Sapienza negli ultimi anni. Riqualificare vecchi stabili per cercare di ovviare il più possibile alla carenza di spazio.

Ormai è diventata una consuetudine, quella della prima università di Roma, La Sapienza, che nel corso degli ultimi anni ha riqualificato stabili che ormai erano in disuso per fornire nuovi spazi ai suoi studenti.

Tutto è iniziato lo scorso anno con la tanto attesa apertura del nuovo polo adibito a sede universitaria, nel vecchio edificio meccanografico delle poste , situato nella zona dello scalo di San Lorenzo, non molto lontano dalla vicina cittadella universitaria di piazza Aldo Moro.

La riqualificazione del cosiddetto palazzo “Ex Poste”, ha reso l’edificio molto più moderno e più vicino ai giovani grazie all’impiego di molti colori per decorare le pareti esterne e interne del polo linguistico.

Purtroppo ci sono voluti ben 10 anni per ultimare l’opera, durante i quali si sono succeduti ben tre rettori, ma soprattuto sono stati spesi ben 30 milioni di finanziamento offerti dal ministro.

Oggi però siamo qui per parlare del vecchio edificio progettato dalla Metamorph nel 1982, che finalmente sarà aperto e ospiterà il centro “info Sapienza”.

Per anni questo stabile, sempre di proprietà dell’ateneo capitolino è stato oggetto di forti contestazioni a causa dei continui prolungamenti dei lavori.
Viene chiamato Ragno Blu per via dei grandi pilastri di colore blu, che fanno da struttura portante per gli uffici e per le aule operative.

Inaugurato a metà del luglio 2017, sono intervenuti  il rettore Eugenio Gaudio, il direttore generale Carlo Musto D’amore, il presidente di Infosapienza, e i vari progettisti e architetti che hanno contribuito alla creazione prima e alla riqualificazione poi.

Ciò che risulta molto importante da questo tipo di attività è la volontà dell’ateneo stesso a riqualificare la struttura, per contribuire allo stesso tempo al piano di rinnovamento dell’Ateneo e del quartiere ospitante.

#FacceCaso.

Di Gianmarco Saulli

COMMENTS

WORDPRESS: 0
DISQUS: 0