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Non vedenti a scuola senza libri per colpa della burocrazia

Non vedenti a scuola senza libri per colpa della burocrazia

“Colpa delle lungaggini burocratiche legate alle nuove linee guida sull’inclusione scolastica emesse qualche mese fa dalla Regione Lombardia”.  #Facce

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“Colpa delle lungaggini burocratiche legate alle nuove linee guida sull’inclusione scolastica emesse qualche mese fa dalla Regione Lombardia”.  #FacceCaso.

150 studenti con disabilità visiva della provincia di Brescia, inizieranno scuola senza libri. I testi ci sono ma resteranno ancora sugli scaffali del Centro non vedenti di Brescia.

“Non possono entrarne in possesso” denuncia Piera Sciacca, presidente di Bambini in Braille Onlus. Nonostante i genitori li abbiano acquistati a giugno.

“Colpa delle lungaggini burocratiche legate alle nuove linee guida sull’inclusione scolastica emesse qualche mese fa dalla Regione Lombardia”. Spiega Sciacca.

La Regione ha voluto uniformare la modalità di erogazione di servizi di inclusione scolastica, visto che fino ad ora ogni provincia faceva a modo suo.

“Un lavoro enorme domani inizia la scuola e i nostri figli inizieranno senza libri e senza tiflologi”. Commenta la vicepresidente Elena Trainini. Domani le famiglie si incontreranno per un sit in protesta sotto il Pirellino.

“Noi famiglie siamo nel caos totale ci troviamo a dover spiegare agli assistenti sociali ai funzionari dei Comuni di che cosa ha bisogno un bambino con deficit sensoriale a scuola. Loro, che dovrebbero sapere la differenza tra un assistente alla persona e un assistente balla comunicazione, ci mettono in panico interpretando la legge a loro piacimento a causa dei tagli della Regione”. Per le famiglie la scuola era l’ultimo dei pensieri, sapevano di poter contare sul Centro.

“Eravamo in una botte di ferro e non mi pare una colpa visto che già seguire i nostri bambini ci risulta un tantino più complesso del normale senza autocommiserazione ma con la piena consapevolezza che dobbiamo sgobbare un pò più degli altri per dare ai nostri bambini le pari opportunità che meritano. Noi abbiamo bisogno di supporti specifici adeguati, supporti pedagogici non assistenziali. E qui risulta difficile farlo comprendere anche alla Regione che ha scelto di dare la competenza sulla disabilità sensoriale alla Sanità e non all’Istruzione”. Conclude Sciacca.

#FacceCaso.

Di Francesca Romana Veriani

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