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Problemi con il numero chiuso anche all’Università di Palermo: l’Unu denuncia ma non ricorre al Tar

Problemi con il numero chiuso anche all’Università di Palermo: l’Unu denuncia ma non ricorre al Tar

Sulla scia della recente sentenza del Tar del Lazio anche a Palermo le rappresentanze studentesche si sono mobilitate. Non accenna a sopirsi il p

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Sulla scia della recente sentenza del Tar del Lazio anche a Palermo le rappresentanze studentesche si sono mobilitate.

Non accenna a sopirsi il polverone che nelle ultime settimane sta investendo i corsi universitari a numero chiuso proposti dagli atenei italiani.
Adesso anche gli animi delle rappresentanze studentesche dell’Università di Palermo sembrano essersi infiammati. Come testimonia un comunicato dell’Unione degli Universitari. Esterna la decisione di “non ricorrere subito dinanzi a un giudice amministrativo, presentando (invece ndr.) ufficialmente un ricorso interno per il ritiro in autotutela dei provvedimenti istitutivi del numero chiuso in tutti i corsi di studio a numero programmato locale di Unia che non prevedono nella propria offerta formativa la presenza di ‘laboratori ad alta specializzazione’ o di ‘posti-studio per studente’, che giustificherebbero la limitazione degli accessi.

Chiediamo quindi di non palesare, tramite la pubblicazione delle graduatorie, la selezione illegittima dei ‘più capaci e meritevoli’ e di permettere a tutti di immatricolarsi ‘con riserva’, ridefinendo le offerte formative. Tuttavia, in caso di diniego espresso o tacito (attraverso, per esempio, la pubblicazione delle graduatorie) del nostro ricorso, siamo pronti ad avviare dei ricorsi collettivi contro Unipa dinanzi al giudice amministrativo”.

La questione ha ritrovato nuova linfa vitale. A seguito dei diversi ricorsi e sentenze dei tribunali amministrativi che hanno dato ragione alle istanze contrarie al numero chiuso.

Fondamentale la sentenza del Tar Lazio che ha sospeso cautelativamente tutti i provvedimenti emessi dall’Università Statale di Milano. Hanno ad oggetto l’istituzione del numero chiuso, in quanto lesivi dell’interesse legittimo degli studenti e non rientranti nei casi specifici ammessi dalla legge n. 264 del 1999 che disciplina la materia.

È da dire però, che l’Università di Palermo sta negli ultimi anni cercando di diminuire sempre più i corsi universitari “a numero programmato”. Ma, tuttavia, non è ancora abbastanza per l’Unione degli Universitari.  “nella maggior parte dei casi ci si è limitati a eliminare la programmazione di quei corsi di studio per i quali il numero dei candidati era inferiore al numero dei posti disponibili, evitando di fatto solamente la formalità del test d’ingresso. Una scelta razionale ma oggi non più sufficiente”.

La breccia sembra ormai battuta, non ci aspetta altro che osservare cosa accadrà in futuro, se tutte le università si adegueranno, se non lo faranno (accettando apertamente il rischio di un provvedimento giudiziario) o se sarà il legislatore a intervenire, modificando la normativa vigente.

#FacceCaso

Di Lorenzo Maria Lucarelli

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