Se lo chiedono in molti, ma possono rispondere ancora di più. Alla fine molte problematiche, e casi eclatanti nelle facoltà di Medicina. Paradossalme
Se lo chiedono in molti, ma possono rispondere ancora di più. Alla fine molte problematiche, e casi eclatanti nelle facoltà di Medicina.
Paradossalmente la parola fine non può ancora essere pronunciata. Questo ormai celebre “sciopero dei docenti universitari” si protrarrà infatti fino al 31 ottobre, ma già ora possiamo fare un punto della situazione.
Molti studenti danneggiati, esami saltati, un’intera sessione d’esami mandata all’aria. Situazioni che non dovrebbero mai verificarsi in una carriera universitaria, soprattutto in quanto situazione più dannosa di tutte.
La rivendicazione dell’aumento salariale, per quanto giusta, ha portato la rivendicazione dell’esame per noi studenti.
Tutti i dipartimenti degli atenei pubblici ne hanno pagato le conseguenze. Forse il fondo l’abbiamo però visto in una facoltà di Medicina e Chirurgia, dove un docente ha scioperato per l’appello previsto ed il giorno dopo ha iniziato regolarmente ad esaminare i candidati. Mi direste: “Beh, alla fine è andata bene agli studenti!”. Eh no, perché qui il paradosso: ha iniziato saltando però i primi 15 studenti iscritti all’appello, coloro che avrebbe dovuto interrogare il giorno di sciopero.
Tutti rimandati al primo appello utile che chissà quando sarà.
Altre università e facoltà hanno cercato qualche soluzione di comodo, come riunioni dei docenti a cui erano invitati gli esaminati per spiegare le loro ragioni. Intanto anche qui esame #CIAONE.
Morale della favola comunque è il modo e tempi con cui gli studenti sono stati informati. Spesso solo la mattina dell’esame scoprivano che non c’era possibilità di sostenerlo.
Un finale amaro, per uno sciopero che avrà anche avuto valide motivazioni, ma anziché sensibilizzare il mondo universitario ha danneggiato sempre i soliti… studenti. Sigh…
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