Quasi ogni luogo di lavoro è teatro di molestie conosciute e tenute all'oscuro delle possibili vittime. Perché ancora oggi molti si rassegnano al fatt
Quasi ogni luogo di lavoro è teatro di molestie conosciute e tenute all’oscuro delle possibili vittime. Perché ancora oggi molti si rassegnano al fatto che è così che va il mondo. Ma alcune ragazze scelgono di denunciare e una di queste ha descritto le sue molestie ai giornalisti.
Abbiamo già parlato due giorni fa delle molestie che una ragazza di vent’anni, studentessa di arte, ha dovuto subire a Carrara. Oggi la giovane vittima del 60enne professore di incisione ha rilasciato le prime dichiarazioni riguardo la vicenda. Ha raccontato di essere stata avvertita da altre ragazze più grandi al momento della sua iscrizione, riguardo alcuni atteggiamenti ambigui del professore.
Questo non ha preoccupato però più di tanto lei e le sue amiche. Gli atteggiamenti ambigui del professore si limitavano ad alcune battute dallo sfondo un po’ maschilista e spinte durante le spiegazioni. Nulla di più. Tanto che quando la molestia ha avuto luogo la studentessa era sola con lui senza alcun timore o sospetto.
È stato il professore a rendere le sue tendenze ovvie con comportamenti già descritti nello scorso articolo. La ragazza non ci è stata ma solo dopo mesi è riuscita a denunciare l’accaduto. Mesi che racconta come invivibili. Aveva smesso di andare a lezione, per quanto fosse obbligatoria la frequenza. Il professore la tempestava di mail chiedendole di venire all’università. Dopo averlo confidato ai suoi amici ha ricominciato a frequentare qualche lezione, ma sempre in compagnia di qualcuno e non rimanendo mai di nuovo da sola con lui. Poi ha denunciato il fatto prima alla Consulta degli studenti, poi ai dirigenti dell’Accademia ed infine alla Polizia.
Il professore è stato trasferito altrove e la ragazza ha ripreso i suoi studi. Si dice tranquilla e serena per via della lontananza del professore. Ora dovrà cercare di non superare il 20% di assenze per poter dare l’esame a cui si sta preparando. Dice di aver ripreso i ritmi di studio e di aver superato la vicenda.
Denunciare è stata la cosa giusta, dice, perché ha sentito la responsabilità di poter evitare ad altre ragazze la stessa sfortuna.
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