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Test di medicina omofobi, è polemica

Test di medicina omofobi, è polemica

Polemica sul test passato, in cui sarebbe stato inserito il termine omosessualità tra le malattie. Ira del ministro Fedeli. Scoppia la polemica a olt

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Polemica sul test passato, in cui sarebbe stato inserito il termine omosessualità tra le malattie. Ira del ministro Fedeli.

Scoppia la polemica a oltre un mese dalla fine dei test delle facoltà di Medicina, Biologia, Farmacia. Tra le domande infatti ce ne sarebbe stata una che non è passata inosservata, per usare un eufemismo. Anzi ancora di più ha generato forti polemiche, in particolare da parte di associazioni di categoria quali Sel e Arcigay.

“Quali delle seguenti percentuali rappresenta la migliore stima del verificarsi dell’omosessualità nell’uomo?”. Un’idea generata come malattia, quale percorso curabile e trasmissibile tra gli uomini. Immediato il commento del Ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli: “È di una gravità inaudita che sia stata inserita una simile domanda nel Progress test di medicina e chirurgia”.

Ciò che si attende è che tale domanda venga annullata e sanzionato l’autore responsabile.

Ha continuato nella polemica Cathy La Torre, esponente di Sinistra italiana e vice presidente del Movimento Italiano Transessuali. “Abbiamo avuto, in forma anonima, una delle domande del test Progress sottoposta oggi a 33.000 studenti di Medicina. Qual è la stima del verificarsi dell’omosessualità nell’uomo?”.
E qui l’accusa: “Dunque vogliamo sapere, e lo pretendiamo: se la comunità medica italiana, ritiene ancora che l’omosessualità sia una malattia. Vogliamo sapere: che senso ha chiedere a dei futuri medici la stima dell’omosessualità nell’uomo? Viene anche chiesta la stima della eterosessualità dell’uomo? Perché è bene ricordare che eterosessualità e omosessualità sono entrambe ‘varianti’ naturali del comportamento umano. Pretendiamo una risposta dalla Conferenza del Presidi delle facoltà di Medicina: perché questa domanda nel 2017? Non certo per rendere medici e scienziati persone migliori e con meno pregiudizi!”. “Indignarci e chiedere spiegazione – conclude – è una delle poche armi nelle nostre mani”.

Questa tutta una serie di domande che molti membri della comunità LGBT hanno cominciato a farsi, per capire il perché si sia giunto a tali quesiti in un test universitario nazionale. Attendiamo risposte, solo una svista o qualcosa di voluto?

#FacceCaso

Di Umberto Scifoni

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