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Università: i fondi a ritroso, ma come vengono utilizzati?

Università: i fondi a ritroso, ma come vengono utilizzati?

Le risorse economiche per l'Ateneo di Trento diminuiscono rispetto agli anni passati, ma diamo un'occhiata alle attività organizzate con i fondi a rit

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Le risorse economiche per l’Ateneo di Trento diminuiscono rispetto agli anni passati, ma diamo un’occhiata alle attività organizzate con i fondi a ritroso.

Sempre meno.
Se più indizi fanno una prova, ormai non è più un caso che le disponibilità finanziarie dell’Università di Trento diminuiscano annualmente. Anche se la giunta provinciale ha deliberato l’assegnazione all’Università di Trento di 657 mila euro a integrazione della quota programmatica per il finanziamento di 6 progetti, quest’anno le risorse a disposizione dell’Ateneo in base all’Atto di indirizzo per l’università e la ricerca 2015-2018 si attestano a poco più di 112 milioni di euro.  Quindi circa 2.7 milioni in meno di un anno fa e meno anche degli stanziamenti delle stagioni passate.

Ma come vengono sfruttati i fondi messi a disposizione dallo Stato?

Stavolta le attività sono 6. La prima di queste è una ‘macabra’ new entry: un’indagine su come la popolazione trentina percepisce la cremazione rispetto ad altri metodi di sepoltura e le motivazioni di ordine socio culturale sottostanti. L’attività è organizzata dal dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale.
Ma ci sono anche iniziative più concrete. Grazie all’apporto del laboratorio Ausilia, il progetto di soluzioni abitative e di aiuto alla disabilità e alla non auto sufficienza, un progetto di sperimentazione didattica delle scienze della materia (fisica e chimica) integrata. In ambito teologico è invece presente l’attività di ricerca scientifica e didattica riguardo le scienze religiose organizzato dall’Istituto Romano Gardini di Trento.

Concludono il programma due iniziative di stampo scientifico.  L’avvio del progetto” Laboratorio quantum at Trento “ sulle attività di ricerca e formazione nell’ambito delle scienze e tecnologie quantistiche, e lo studio sulla flora microbica delle fonti termali e minerali del Trentino. Bisogna ammettere che in dieci anni l’Università ha ottenuto il finanziamento di ben 24 progetti di ricerca attraverso lo European Research Council. Il tutto per un valore di oltre 30 milioni di euro. Come dire, parafrasando Seneca: “Non è mai poco quello che è abbastanza!”

#FacceCaso

Di Emanuele Caviglia

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