Secondo i dati Miur, la metà dei cervelloni delle università nell’isola se ne va in Nord Italia dopo la laurea. Una terra che si impoverisce prima anc
Secondo i dati Miur, la metà dei cervelloni delle università nell’isola se ne va in Nord Italia dopo la laurea. Una terra che si impoverisce prima ancora di sfruttare l’investimento.
I cervelloni si laureano, vedono com’è la situazione e poi se ne partono. Questa è la triste storia della Sicilia e dei suoi laureati più brillanti. Metà di loro varcano lo Stretto, e in particolar modo si avventurano nel “gelido” Nord Italia. Se si distinguono nella carriera scolastica, raggiungono massimi voti anche nel periodo accademico. Lode e altro, tutto inutile se poi non si può sfruttare il proprio studio nel luogo che ha investito su di te. Così la Sicilia vede tristemente andarsene i migliori.
Una emorragia di talenti che impoverisce di capitale umano a scapito del nord industriale.
I dati, che sono pubblicati dal Miur, racconta che su 1.405 laureati magistrali residenti in Sicilia, classici cervelloni, solo 766 hanno discusso la tesi e indossato il tocco in uno degli atenei siciliani. La bellezza di 639, ossia il 45,5 %, ha fatto le valigie e si è spostato.
Sono 34% in direzione Padania e dintorni, mentre 11,5% tra Lazio e Toscana.
Una fuga a cui la Sicilia dovrà porre rimedio offrendo qualcosa ai suoi laureati, soprattutto se non vuole perdere forza lavoro qualitativa.
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