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Tre ingredienti nella ricetta per rivoluzionare l’istruzione italiana

Tre ingredienti nella ricetta per rivoluzionare l’istruzione italiana

Il Presidente della Crui ( Conferenza Rettori Universitari Italiani ) Gaetano Manfredi analizza la decadente situazione del nostro sistema scolastico

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Il Presidente della Crui ( Conferenza Rettori Universitari Italiani ) Gaetano Manfredi analizza la decadente situazione del nostro sistema scolastico e suggerisce diverse modifiche per l’istruzione italiana.

Creare un ponte scuole-università con il progetto Alternanza Scuola Lavoro per indirizzare gli studenti in maniera sicura, aumento di lauree personalizzanti e più borse di studio. L’istruzione italiana ha questo leitmotiv di Gaetano Manfredi, con l’intento di rivitalizzare il mondo dell’istruzione in modo da garantire maggiori certezze di lavoro ai giovani. Analizziamo con la lente d’ingrandimento ciascuna delle sue proposte. Le lauree personalizzanti sono percorsi triennali molto pratici per avviare a professioni specifiche, ed ogni università sfrutterà i punti di forza del territorio ricavando il massimo da ogni regione.

La percentuale di laureati in Italia non supera il 25% mentre negli altri paesi, in cui questo percorso è in vigore da decenni, ben il 40% ha optato per le lauree personalizzanti.

L’anno prossimo i nostri studenti potranno usufruire solo di 600 posti, per cui l’obiettivo è anche aumentarne la capienza. Per sostenere le famiglie con problemi economici, invece, abbiamo un bicchiere pieno a metà. Se da una parte l’iniziativa “no tax area” ha portato i suoi frutti aumentando per il secondo anno di fila il numero delle iscrizioni, dall’altra il numero di borse di studio è estremamente basso, “creando così barriere occulte al diritto allo studio”.

Un’altra piaga che affligge l’istruzione ‘Made in Italy’ è l’abbandono, da parte di tantissimi studenti, dei loro corsi di studio. Ed è qui che il Presidente della Crui lancia una frecciata al programma scolastico, sostenendo che “c’è spesso una distanza tra le competenze acquisite negli studi e quelle richieste per frequentare l’Università.

I programmi devono essere rivisti, specialmente nell’ultimo biennio, per assottigliare il gap scuole-università. Per questo ho in mente degli esperimenti pilota con attività integrative da svolgere nel periodo di ASL. Inoltre proporrei un accorciamento di un anno del percorso di studi rivisitando i cicli, non tagliando però l’ultimo anno di formazione. In clima natalizio, speriamo che questa ricetta possa soddisfare tutti i palati.

#FacceCaso

Di Emanuele Caviglia

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