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Il terzo “periodo esplosivo” della storia dei media

Il terzo “periodo esplosivo” della storia dei media

Gli anni venti fino alla metà degli anni trenta, segnano invece il terzo “periodo esplosivo” della storia dei media, dopo quelli del 1830-1840 e del 1

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Gli anni venti fino alla metà degli anni trenta, segnano invece il terzo “periodo esplosivo” della storia dei media, dopo quelli del 1830-1840 e del 1875-1895. Nell’età compresa tra le due guerre mondiali vedono infatti la luce la telefoto, la teletypesetter, la radio, il cinema sonoro; mentre la stampa in rotocalco conosce un grande successo e si avvia la prima sperimentazione della televisione, del magnetofono su nastro di acciaio, del cinema a colori (Ortoleva, 1995). A differenza di quelle che l’hanno preceduta, questa fase esplosiva sposta per la prima volta il baricentro del sistema delle comunicazioni fuori dalla carta stampata, in direzione di altri mezzi che, tuttavia, almeno per il momento, hanno una diffusione limitata e non sembrano in grado di insidiare il predominio di quotidiani e riviste (Storia del Giornalismo – Giovanni Gozzini).Se quest’ultima considerazione è vera, è vero anche che, chiaramente, la carta stampata deve rimanere al passo con i tempi, aggiornandosi sui nuovi criteri di grafica e impaginazione. Con lo yellow journalism abbiamo già titoli a caratteri cubitali e a tutta pagina, in sintonia con il tono sempre più sensazionalistico della stampa, hanno sostituito la vecchia titolazione in colonna. Ma la foto in prima pagina sconvolge di nuovo tutti gli equilibri. Le ricerche psicologiche individuano infatti un optical point, un punto naturale di attenzione, nell’angolo in alto a sinistra (lo stesso punto di attacco della pagina di un libro). Ma se il titolo di scatola rispetta ancora questa naturale gerarchia dell’attenzione visiva, la collocazione della foto sposta su di sé la concentrazione dello sguardo. Nasce allora una impaginazione simmetrica, se la foto si colloca al centro della pagina, dividendola i due parti con un numero uguale di colonne, e i diversi titoli hanno spazi e caratteri simili nei quattro quadranti in cui si può immaginare di scomporre idealmente la pagina. L’impaginazione asimmetrica, invece, intende stabilire un ordine di priorità, rompendo l’armonia dei quattro quadranti, assegnando maggiore spazio e corpo a un titolo rispetto agli altri e collegandolo con la foto (Westley, 1953). Il trattamento della notizia ne guadagna in articolazione e complessità: titoli, immagini e articoli diventano gli ingredienti base di una gerarchizzazione delle informazioni non più soltanto nell’ordine della foliazione interna, ma anche nell’ambito della stessa pagina. Grafica e impaginazione diventano così strumenti per caratterizzarsi e rendersi visibili su un mercato sempre più affollato e concorrenziale (Storia del Giornalismo – Giovanni Gozzini).

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