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Smartphone in classe: arrivano le regole d’oro da seguire

Smartphone in classe: arrivano le regole d’oro da seguire

Dopo mesi e mesi di confusione, dubbi e interrogativi, finalmente sono arrivate le regole sull’utilizzo dei cellulari a lezione. #FacceCaso. Hai pres

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Dopo mesi e mesi di confusione, dubbi e interrogativi, finalmente sono arrivate le regole sull’utilizzo dei cellulari a lezione. #FacceCaso.

Hai presente la diatriba sugli smartphone in classe? Dopo mesi e mesi di confusione, dubbi e interrogativi, finalmente sono arrivate le regole sull’utilizzo dei cellulari a lezione.

Anche perché, diciamocelo.. prima che se ne rendessero conto i vertici, tutti gli studenti si erano già presi la libertà di utilizzare il proprio smartphone “a scopo didattico”.

A che pro quindi continuare con il proibizionismo? Meglio provare a trovare un punto d’incontro.

-Smartphone in classe-

Stando ad un sondaggio di Skuola.net, già all’inizio di quest’anno scolastico più della metà dei ragazzi (56%) usava già il cellulare durante le lezioni.

Ciò non toglie che il 47% di loro, ha ammesso che gran parte dei docenti, non sia favorevole l’utilizzo dei cellulari durante le proprie lezioni.

-Come usarli?-

Cerchiamo di entrare nel merito. In che modo utilizzare questo tipo di tecnologia può facilitare l’apprendimento?
Al 36% degli studenti viene chiesto di accendere il telefono per approfondire le spiegazioni.

Nel 13% dei casi per usare App durante lezioni e compiti in classe. Sempre il 13% lo sfrutta per prendere appunti e organizzare lo studio.

Le scuole sono rimaste in sospeso per troppo tempo. “La consapevolezza, al contrario del rigetto, dei dispositivi mobili e della loro ormai capillare diffusione permette a chi si occupa di educazione e formazione di relazionarsi in modo più efficace con strumenti che hanno cambiato e stanno cambiando la cultura e le esperienze diffuse della società contemporanea, investendo anche la dimensione etica dei valori, delle identità e dei comportamenti collettivi. Limitarsi a vietare ogni tipo di dispositivo mobile in classe non avrebbe altro risultato che tenere la scuola lontana da uno spazio sociale e culturale che oggi è determinante nella vita dei più giovani, e non solo. Abbiamo lasciato le scuole in sospeso per troppo tempo”. Afferma la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli.

-Potere ai docenti-

Le linee guida indette dal Miur sull’utilizzo dei dispositivi sono un mix di teoria e pratica. Niente spazio per gli equivoci.

  • il docente DECIDERÀ come e quando far accendere i device agli alunni
  • la regola base è che i cellulari devono essere tenuti spenti. A meno che non lo richieda il professore
  • gli studenti e i docenti devono disabilitare le notifiche del cellulare (niente avvisi di Facebook, WhatsApp, Instagram etc. )

In pratica, scordatevi di chattare o giocare a Clash of Clans mentre la prof spiega Latino.

-Ciao ciao circolare Fiorino-

“Dal 2007, quando il Ministro Fioroni firmò la circolare che dava linee di indirizzo sull’uso dei telefonini durante l’attività didattica molte cose sono cambiate, in termini di tecnologia e di uso dei dispositivi (tanto da far apparire già obsoleta la definizione “telefonini”). Evidentemente resta inibito, come stabilito da quella circolare, l’uso personale di ogni tipo di dispositivo in classe, durante le lezioni, se non condiviso con i docenti e a fini didattici”. Sottolinea la ministra Fedeli.

-Wi-Fi in classe obbligatorio-

Le novità non finiscono qui. Niente 3G o 4G, ci si dovrà connettere esclusivamente in Wi-Fi. Siamo sicuri che tutte le scuole siano dotate di connessione wireless? A quanto pare no.

Solo 1 studente su 5 ha un router Wi-Fi dedicato per la propria classe. Mentre il 17% frequenta un istituto che è dotato di una rete centrale per tutta la scuola, limitata agli ambienti comuni e ai laboratori. Per non parlare di chi  (il 25% ) dice di avere a disposizione in aula solo la connessione con cavo LAN. E di chi (il 37%) la connessione non ce l’ha proprio.

Se le cose stanno così, sarà necessario potenziare le reti un pò ovunque.
Gli altri sei punti del decalogo hanno un approccio più etico, d’indirizzo. Le scuole avranno il compito di scrivere un regolamento interno, in cui si spiega esplicitamente cosa si potrà e cosa non si potrà fare con gli smartphone. I docenti saranno costretti ad accettare il cambiamento tecnologico. 

#FacceCaso.

Di Francesca Romana Veriani

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