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Perché gli studenti italiani non scelgono più Beni Culturali? Lo abbiamo chiesto ad un prof!

Perché gli studenti italiani non scelgono più Beni Culturali? Lo abbiamo chiesto ad un prof!

Ecco la nostra intervista a Piero Todaro, insegnante di storia dell'arte. Vediamo cosa ci ha risposto. Colosseo, Duomo di Milano, rovine di Pompei. Q

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Ecco la nostra intervista a Piero Todaro, insegnante di storia dell’arte. Vediamo cosa ci ha risposto.

Colosseo, Duomo di Milano, rovine di Pompei. Questi sono solamente alcuni degli innumerevoli beni culturali che occupano il nostro territorio. Eppure gli studenti italiani che decidono di iscriversi alle facoltà di Beni Culturali sono sempre di meno.
Per cercare di capire il motivo di questo fenomeno insolito ho incontrato Piero Todaro, insegnante di storia dell’arte (nonché mio ex professore alle superiori) al liceo scientifico statale Isacco Newton di Roma e gli ho fatto qualche domanda sull’argomento.

 

Gli studenti italiani che decidono di iscriversi alle facoltà di Beni Culturali in Italia sono sempre di meno. Come se lo spiega in un Paese ricco di meraviglie artistiche come il nostro?

Purtroppo ci sono pochi investimenti a tutti i livelli nel settore dei beni culturali e di conseguenza l’interesse che può avere un giovane non è poi sostenuto dalla motivazione a continuare su quella strada. Anche l’informazione fa la sua parte, nei mezzi di comunicazioni di massa difficilmente esiste uno spazio che tratti con continuità questi argomenti. Per cui il problema non lo trovo nelle nuove generazioni ma nella società attuale.

Secondo lei cosa può fare il governo per migliorare questa situazione?

Deve fare dei programmi mirati a difendere e a mettere in mostra il nostro patrimonio culturale, anche a costo di andare in passivo. L’educazione all’estetica e all’apprezzamento dei beni culturali è qualcosa che deve essere innescato. In questo senso mettere i cassonetti dell’immondizia davanti ad un monumento o i condizionatori nei palazzi storici è la cosa più sbagliata che si possa fare.

È possibile secondo lei che lo sviluppo delle tecnologie abbia distratto i giovani italiani dalle meraviglie storiche e artistiche che li circondano?

Questa è una cosa che si dice, si dice che le nuove tecnologie abbiano indotto i ragazzi a ripiegarsi su se stessi. Io non sono totalmente d’accordo, per me la tecnologia non è un handicap. In parte è vero, guardare ad esempio lo smartphone ti abitua a non avere uno sguardo sul mondo ma secondo me la tecnologia può essere utilizzata anche in maniera positiva.

Perché secondo lei uno studente dovrebbe scegliere Beni Culturali piuttosto che una facoltà che dà maggiori sbocchi lavorativi e che consiglio si sente di dare ai giovani che vogliono lavorare in questo settore?

Io sono un po’ di parte ma credo che in ogni caso i giovani debbano seguire le proprie passioni che sono la cosa più importante. E’ vero, gli studenti che hanno la passione per l’arte potrebbero incontrare delle difficoltà a trovare lavoro ma fossi in loro ci proverei comunque. Il mio consiglio è quello di scegliere la scuola più adatta e di specializzarsi nel restauro perché ti permette di avere un contatto diretto con le opere d’arte.

#FacceCaso

Di Gabriele Scaglione

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