Troppi pochi laureati e fondi inferiori alla media. Ue inclemente nei confronti del nostro paese su tema universitario. Ue come professoressa severa
Troppi pochi laureati e fondi inferiori alla media. Ue inclemente nei confronti del nostro paese su tema universitario.
Ue come professoressa severa e Italia quale studente indisciplinato, il quadro che si delinea sul tema dell’università è più o meno il seguente.
Un voto in pagella basso per il mondo accademico italiano insomma. Il rapporto 2018 della Commissione europea ha analizzato come troppo bassi i numeri riguardo laureati e risorse destinate all’istruzione universitaria. Dall’altra parte si nota un miglioramento sulla qualità media, che però non copre il rallentamento messo in luce dal sopracitato rapporto.
Rallentamenti sulla chiamata diretta e la mobilità dei docenti ancora insufficiente rispetto ai nostri competitors europei.
I due problemi sono quelli evidenziati in prima battuta. Le risorse che finanziano tale campo sono davvero minime, lo 0,4% del Pil.
Poi il numero dei laureati, che sulla quota 30-34 anni viaggia sul 26,2%, contro il 39,1% di media Ue.
Anche sulla scuola la Comunità Europea non risulta così clemente. Sempre in un clima di parziali miglioramenti, i problemi riguardano la spaccatura nazionale. Ai vertici Ocse gli studenti del Nord Italia, nel fondo quelli del Sud.
L’analisi è comunque molto complessa, ma rimarca comunque problemi endemici e storici della nostra istruzione, sia sul piano universitario che scolastico.
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