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Il padre del web e la percezione di nuove minacce

Il padre del web e la percezione di nuove minacce

A margine dei 29 anni dalla nascita del world wide web, il fondatore Berners-Lee ha parlato del rischio che diventi un’arma in mano alle grandi piatta

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A margine dei 29 anni dalla nascita del world wide web, il fondatore Berners-Lee ha parlato del rischio che diventi un’arma in mano alle grandi piattaforme.

Il web ha rivoluzionato tutto il modo di vivere su questo pianeta. Ogni cosa è cambiata, ogni aspetto “avanzato” tecnologicamente parlando e tante azioni quotidiane si sono semplificate. Lo stesso ha permesso di connettere gran parte del pianeta in maniera virtuale, rendondoci tutti, in un certo senso, più vicini.
Eppure, 29 anni dopo dall’apertura del www, qualche pericolo viene percepito, a detta dello stesso padre fondatore, Tim Berners-Lee, oggi professore del MIT.

Lui, che ha dato vita per primo a tutto ciò, ha deciso di pubblicare una lettera aperta per indicare i pericoli di un universo digitale sempre più ristretto.
Il problema infatti è che a margine dall’apertura mondiale creatasi con internet, sono sempre determinate multinazionali a “governare” uno spazio che non è più realmente libero come sembrerebbe.

Le sue parole, inviate al Guardian proprio il 29esimo compleanno della sua creatura, sono state forti: “I giganti sono ormai dominanti e possono trasformare il web in un’arma”.
Una percezione evidente di minaccia, proprio ricordando che in quest’ultimo anno si è ormai raggiunta la connessione di metà della popolazione mondiale.

Come era e come lo troviamo oggi. “Il web cui ci si connetteva qualche anno fa non è quello che i nuovi utenti trovano oggi. Quello che un tempo era una ricca selezione di blog e siti, è stato compresso sotto il grande peso di poche piattaforme dominanti. Una concentrazione che permette a una manciata di società di controllare quali idee e opinioni vengono viste e condivise e di trasformare il web in un’arma”.

Il riferimento ai giganti social, ai colossi tech e di ecommerce è chiaramente identificabile.

Non si può chiedere una risposta ai social network, questa è la verità. Continua in ultime battute “la responsabilità delle decisioni ricade su aziende costruite per massimizzare i profitti più che il bene sociale”.
E allora potremmo pensare che manca un Governo dell’internet, una forza transnazionale capace di stabilire leggi, arginare lo sproporzionato liberismo che permette a pochi di comandare, e gestire persino i dati, su molti.

Come una corporazione, internet ha padroni che controllano buona parte del traffico, i siti più utilizzati, la pubblicità, gli interessi. Forse siamo condizionati più di quanto potremmo realmente dedurre.
E allora serve ascoltare proprio lui, che con i fini più nobili quasi tre decadi fa diede avvio al fenomeno che avrebbe cambiato l’umanità.

#FacceCaso

Di Umberto Scifoni

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