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Vatican Hackathon: giovani supereroi

Vatican Hackathon: giovani supereroi

Ragazzi da tutto il mondo per il Vatican Hackathon, sotto le direttive della Santa Sede, con l'intento di affrontare e sconfiggere le grandi tematiche

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Ragazzi da tutto il mondo per il Vatican Hackathon, sotto le direttive della Santa Sede, con l’intento di affrontare e sconfiggere le grandi tematiche che affliggono il mondo di oggi.

120 studenti. 60 università. Più di 5 religioni diverse. Tutti con un unico obiettivo. Detta così sembra che vi stia introducendo un reality televisivo, ma non è così, anche se un po’ ci si avvicina. I ragazzi in questione stanno partecipando all’iniziativa “Vatican Hackathon”, un evento promosso dal Vaticano in cui i giovani di 28 nazionalità si sono confrontati, quasi in stile competizione, per trovare e proporre soluzioni tecnologiche ad alcuni dei grandi problemi di oggi.

Più nello specifico, gli argomenti sono: inclusione sociale, dialogo interreligioso, e migranti e rifugiati. “I giovani sono davvero una realtà che ci sfida” – afferma all’AgenSIR (servizio informazione religiosa) monsignor Lucio Adrian Ruiz, segretario della Segreteria per la comunicazione della Santa Sede.

“È stato bellissimo, come dice sempre il papa, mettere l’intelligenza che Dio ci dona al servizio dei più bisognosi. Intelligenza, creatività ed entusiasmo hanno caratterizzato questa esperienza, e specialmente quest’ultima mi ha molto colpito. Ad esempio, alcuni di quelli che hanno lavorato sul tema migranti e rifugiati, hanno visitato migranti e rifugiati stessi per conoscere quali fossero i problemi più grandi che vivevano. Giovani di 20 anni che vengono a contatto con realtà del genere significa che hanno preso il loro impegno estremamente sul serio.”

Cosa succede, però, adesso? Il Monsignor Ruiz ci tiene a specificare che “le aziende partner dell’evento finanzieranno la realizzazione dei progetti. Così, quando alcuni dei loro progetti vedranno la luce, li porteremo a Papà Francesco per farglieli vedere. Al termine di questa esperienza, dopo aver passato molte ore con giovani, posso affermare di aver imparato molto di quello che è il loro mondo: come pensano, cosa sentono, come si relazionano. Questa relazione è, per noi e per la chiesa, una sfida per capire la loro cultura. E per poter evangelizzarla dobbiamo a tutti i costi conoscerla.”

L’intervista completa dell’evento al Cardinal Ruiz la trovi qui, in un articolo di Alberto Baviera del 14 marzo 2018.

#FacceCaso

Di Emanuele Caviglia

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