La giurisprudenza opta per la prima, però... Essere o non essere, bianco o nero, luce o buio. Ecco i più grandi opposti della storia. Ah, quasi dimen
La giurisprudenza opta per la prima, però…
Essere o non essere, bianco o nero, luce o buio. Ecco i più grandi opposti della storia. Ah, quasi dimenticavo, scuola pubblica o scuola privata. Già, ogni ragazzo si trova davanti a questo bivio. Che si tratti di andare al liceo o di cambiare scuola, la tentazione scuola privata accarezza la mente di un adolescente.
Ma anche quella di un giudice. Si, perché talvolta sono proprio loro a dover decidere la sorte di un ragazzo in questo percorso “biforcato”. Nel caso in cui una coppia di genitori divorziati non trovi un accordo sull’istruzione dei figli, in cui uno propende per la pubblica e l’altro per la privata, in base all’articolo 337-ter del Codice Civile la decisione è rimessa al giudice.
Generalmente, gli arbitri della questione propendono di più per quella pubblica, per il fatto che il nostro ordinamento riconosce in questa i canoni idonei allo sviluppo culturale di qualsiasi minore. A ciò si aggiunge che la scuola pubblica, a differenza di quella privata, è gratuita e non impone il pagamento di rate. Inoltre, l’approdo alla scuola privata richiede l’adesione a specifici orientamenti non solo didattici, ma anche religiosi.
Uno dei rarissimi casi in cui i giudici si pronunciano a favore di quella privata, è se ravvisano elementi peculiari e specifiche circostanze di fatto, o se si è in presenza di controindicazioni per l’interesse del minore a frequentarla.
Dunque, nel caso di figlio “fragile”, il Tribunale di Milano (decreto del 2 febbraio 2017) ha ritenuto di non autorizzare il passaggio dalla privata alla pubblica. Il tutto, a causa della prosecuzione del contesto privato a cui il ragazzo è abituato.
Ma c’è anche un altro caso in cui l’ago della bilancia propenda verso la privata, ovvero se il genitore in disaccordo non si oppone tempestivamente alla decisione contraria alla sua.
È tempo di derby, domenica c’è Lazio-Roma, ma ce n’è un altro che non è da meno: è quello scuola pubblica-scuola privata.
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