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Lifefaker: il lato malato dei social network

Lifefaker: il lato malato dei social network

Si tratta di un servizio online per l’acquisto di immagini da usare sui social, fingendo che siano proprie.  #FacceCaso. Lifefaker rappresenta la deg

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Si tratta di un servizio online per l’acquisto di immagini da usare sui social, fingendo che siano proprie.  #FacceCaso.

Lifefaker rappresenta la degenerazione dei social network. Si tratta di un’app che ti permette di vivere una vita fatta di finzioni, per stupire tutti i tuoi amici.

Potrai far finta di abitare in una casa extra lusso, avere una relazione perfetta con un modello e molto altro ancora.

Si tratta di un servizio online per l’acquisto di immagini da usare sui social, fingendo che siano proprie. Perché scaricare un’app che dia l’impressione a chi ci segue che la nostra vita sia fantastica anche se siamo depressi, complessati o infelici. 

“La vita non è perfetta, ma il tuo profilo dovrebbe esserlo”. È la risposta dell’app. 

Per fortuna Lifefaker non esiste, ma è frutto dell’immaginazione di una campagna di sensibilizzazione sul rapporto fra social network e salute mentale.

Lo scopo dell’app è mettere in luce quanto i social network, con le continue notifiche, le foto di viaggi meravigliosi che non ci potremmo mai permettere, le immagini di vita felice di questo o quell’amico, possono essere una fonte d’ansia.

“Da un lato i social media possono essere usati per presentare una falsa immagine della nostra vita, un modo per raccogliere like e farci sentire meglio, dando una spinta alla percezione di quanto valiamo. Dall’altra possono essere usati per giudicare noi stessi e le nostre vite, confrontandoci con gli altri ed abbassando la nostra autostima”. Scrivono gli ideatori della campagna in un post.

Lifefaker è una caricatura di eventi che purtroppo accadono ogni giorno per portare alla luce un disagio che va debellato. L’idea è nata da Sanctus, una startup che si occupa di diffondere messaggi positivi sulla terapia psicologica e il coaching.

“Il nostro scopo è renderci più consapevoli della nostra salute mentale in generale, per diffondere un messaggio chiaro: tutti abbiamo una salute mentale così come ne abbiamo una fisica. Vogliamo che ci si chieda ‘perché?’ prima di postare, o di fare un lungo respiro prima di scorrere un feed. Vogliamo che si usi quel bottone di unfollow, che pensiate ad un detox dai social o che i social media siano usati per presentare la reale immagine della nostra vita, e non quella che desideriamo”. Scrivono da Sanctus.

#Faccecaso. 

Di Francesca Romana Veriani  

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