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Lo spread spiegato ai giovani

Lo spread spiegato ai giovani

Impazza nuovamente il richiamo allo spread, il pericolo spread e via dicendo per la situazione politica italiana. Ma voi avete capito di cosa si tratt

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Impazza nuovamente il richiamo allo spread, il pericolo spread e via dicendo per la situazione politica italiana. Ma voi avete capito di cosa si tratta?

La crisi Istituzionale di questi giorni ha causato moltissimi problemi, e la mancanza di stabilità politica ha prodotto un rialzo monstre dello spread, salito incredibilmente sopra soglia 300 punti, in pratica più del doppio dal 4 marzo a oggi.
Ecco detto così riuscireste a dire cosa comporti e soprattutto cosa significhi? Lo spread è su, pericolo per l’economia, tutti i giornali e gli esperti ne parlano. Borse a picco, commenti di economisti, professori, politici, giornalisti, giostrai, carpentieri e chi più ne ha più ne metta.

Ma noi ragazzi come dovremmo muoverci per capire di cosa si stia parlando e che conseguenze abbia su noi stessi? Cerchiamo di capirlo insieme, ricapitolando alcune cose.

Innanzitutto Spread si potrebbe tradurre in italiano con ampiezza o diffusione, che già così qualcosa comincia a dirla. In tale senso intendiamo l’ampiezza nella differenza di rendimento tra titoli di stato italiani e titoli di stato tedeschi. Questi titoli sono il mezzo attraverso cui un Paese sovrano vende il proprio debito e ottiene così soldi in prestito.

La differenza del rendimento ne identifica la stabilità, sicurezza, garanzia che uno stesso titolo possiede come valore.

Lo Stato vende titoli a una data cifra, promettendo di rimborsarli con una scadenza temporale. Chi li compra? Fondi, banche, risparmiatori grandi e piccoli, principalmente su un doppio binario di grandi acquirenti a stock e seconda rivendita al dettaglio, un po’ come se parlassimo di vestiti con ingrosso e negozio.
Come in tutte le cose, anche nei titoli pubblici un investimento sicuro permette di guadagnare meno, ma con una certezza quasi totale. Gli investimenti con rendimenti più alti invece, da cui ci si potrebbe guadagnare molto, hanno ovviamente rischi maggiori.

Questo ci fa capire la prima differenza tra Germania e Italia. I teutonici sono considerati il paese più solido d’Europa, così come i suoi titoli di stato sono sicurissimi. Noi quasi all’opposto garantiamo rendimento più alto a rischio in proporzione maggiore (sia chiaro, non siamo una bomba a orologeria eh). Per questo i titoli dei primi vengono presi come misura base per calcolare il rendimento degli altri. Più è alta la differenza, più quel paese sarà percepito rischioso rispetto alla Germania, quindi la differenza risiede nello spread.

Per lo spread leggerete sempre punti base in centesimi. In pratica intorno ai 250 punti come si aggira adesso, significherebbe che i titoli di stato italiani rendono a chi li compra e costano a noi che li vendiamo il 2,5 per cento in più di quelli tedeschi.
Questo valore è suscettibile alle mutazioni politiche, alle posizioni assunte in termini economici e ovviamente a tutti gli scossoni che stiamo osservando in questi giorni.

Ma a noi perché ci interessa saperlo? Perché riflette sulle nostre vite attraverso alcuni aspetti.

Un aumento continuo dei tassi di interesse complica la vita alle banche nel reperire soldi, sono costrette a indebitarsi di più aggiungendo costi sui clienti.
Le imprese idem avrebbero costi finanziari più alti, le famiglie spendono di più in mutui e obbligando a contenere i consumi. Potrebbe comportare infine anche l’aumento dell’IVA, e per noi giovani in particolare, oltre al costo di aumento sulla vita, comporterebbe minori opportunità lavorative e meno reddito.

#FacceCaso

Di Umberto Scifoni

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