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Niente più foto di classe…in classe

Niente più foto di classe…in classe

La decisione arriva dall'istituto di Cervignano, in provincia di Udine. Ma è subito scontro tra la preside e il rappresentante di classe. A dirsi sem

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La decisione arriva dall’istituto di Cervignano, in provincia di Udine. Ma è subito scontro tra la preside e il rappresentante di classe.

A dirsi sembra un vero e proprio paradosso. A farsi pure. “Si nega l’autorizzazione della foto di classe all’interno della scuola”.

Tuona così, senza troppi giri di parole, la direttiva del dirigente scolastico dell’istituto di Cervignano in provincia di Udine. Per motivi di privacy si è scelto di cambiare location per lo scatto, dunque gli studenti dovranno dire addio alla cara vecchia foto dietro ai banchi o nel cortile dell’edificio.

Così la preside Tullia Trimarchi: “Non l’abbiamo vietata ma regolamentata. Le foto e le riprese all’interno della scuola possono essere divulgate solo ad uso familiare, ma io non posso certo controllare dove fanno a finire. Vogliamo salvaguardare la divulgazione di queste immagini, è una tutela nei riguardi dei bambini”.

Per quest’anno, i genitori dovranno rassegnarsi a contattare la proprietaria del parco vicino alla scuola, per fare la foto fuori orario di lezione.

Ad aiutare mamme e papà, l’autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Filomena Albano: “Ciascuna scuola è libera di determinarsi rispetto alle attività da svolgere all’interno dell’istituto. Se c’è il consenso dei genitori e i ragazzi sono d’accordo, lo scatto può avvenire tranquillamente. È importante che le persone della minore età vengano ascoltate rispetto alla loro volontà o meno di essere fotografate”.

E infatti, il paradosso più grande, è proprio che i ragazzi desiderano essere fotografati nel luogo forse più giusto e sicuramente coerente. La classe. Così giustifica la propria opinione il rappresentante di classe Vincenzo Squeo: “In aprile ho fatto richiesta per avere il fotografo in classe. È stat negata con la motivazione che la foto di classe non rientra nel piano dell’offerta formativa e che non si possono favorire attività provate all’interno dell’edificio. Aldilà di tutto la questione della privacy è risolvibile con l’autorizzazione data dai genitori. Se ci sono mamme o papà che condividono sui social quella foto non è certo responsabilità della scuola”.

Dunque, per ora, il primo round va alla preside. Ma vedremo dal prossimo anno.

#FacceCaso

Di Emanuele Caviglia

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