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Smartphone in classe: esperimento fallito

Smartphone in classe: esperimento fallito

L’idea iniziale era usare il proprio cellulare e tablet in classe, ovviamente sotto il controllo dei prof, ma solo a scopo didattico. #FacceCaso. Il

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L’idea iniziale era usare il proprio cellulare e tablet in classe, ovviamente sotto il controllo dei prof, ma solo a scopo didattico. #FacceCaso.

Il ministero dell’Istruzione aveva provato a far utilizzare gli smartphone anche a scuola. Aveva.. nel senso che c’erano delle linee guida da seguire, ma a quanto pare è stato un flop. 

“L’uso dello smartphone didattica serve a sviluppare la condivisione e la creatività dei ragazzi, allo stesso tempo annulla l’ isolamento che può provocare internet”. Ha fatto sapere Daniela Di Donato a Il Messaggero.

L’idea iniziale era usare il proprio cellulare e tablet in classe, ovviamente sotto il controllo dei prof, ma solo a scopo didattico. Era consentito fare ricerche, approfondire argomenti, o condividere appunti e slide. 

Non tutti i prof sono d’accordo e ovviamente è severamente vietato usare WhatsApp, Instagram, Facebook e scaricare le versioni di latino. Insomma, l’uso del digitale in aula è una scelta dei prof, (in teoria).

Ormai sono passati sette mesi dall’inizio del progetto, ma sembra che le cose non siano andate proprio come sperato. Stando ad un sondaggio di Skuola.net, uno studente su due continua ancora a usare lo smartphone di nascosto, l’altra metà lo usa per motivi didattici, ammettendo però che non capita quasi mai.

Vuoi sapere il qual è il colmo? Il problema più grande è che i professori non hanno la più pallida idea di come sfruttare lo smartphone durante le lezioni. 

L’obiettivo dell’iniziativa però, resta lo stesso. “È quello di promuovere una didattica inclusiva, dovei ragazzi lavorano insieme, in gruppo, condividendo i loro lavori e portando i loro contributi”.

#FacceCaso. 

Di Francesca Romana Veriani 

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