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Futuro? Gli under 35 lo vedono nero

Futuro? Gli under 35 lo vedono nero

Nel nostro paese, 8 ragazzi su 10 rilevano un’enorme disuguaglianza intergenerazionale. Il 66% degli intervistati è sicuro di trovare, nella migliore

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Nel nostro paese, 8 ragazzi su 10 rilevano un’enorme disuguaglianza intergenerazionale. Il 66% degli intervistati è sicuro di trovare, nella migliore delle ipotesi, un lavoro che verrà retribuito molto meno rispetto alla precedente generazione.  #FacceCaso.

Gli under 35 sono incerti sul proprio futuro. Studiano tanto e non è nemmeno detto che trovino lavoro nell’ambito per cui hanno conseguito un titolo di studi.

l’Istituto Demopolis per Oxfam Italia ha condotto un’indagine sui giovani italiani e le disuguaglianze. Il risultato? La nostra generazione è super pessimista, come dargli torto?

Nel nostro paese, 8 ragazzi su 10 rilevano un’enorme disuguaglianza intergenerazionale. Il 66% degli intervistati è sicuro di trovare, nella migliore delle ipotesi, un lavoro che verrà retribuito molto meno rispetto alla precedente generazione. 

Solo il 9% dei giovani ipotizza condizioni migliori rispetto a quelle dei propri genitori. Dov’è finita la speranza? 

“Sono 3 milioni in Italia i giovani tra i 18 e i 34 anni che non studiano e hanno assunto un atteggiamento rinunciatario rispetto alle prospettive di lavoro ed apprendimento. Un dato allarmante, quello della generazione NEET, tra le più ampie nell’Unione Europea.  A costoro si aggiungono i milioni di giovani che un lavoro ce l’hanno, ma con retribuzioni ridotte, disciplinato da formule contrattuali lontane dal lavoro standard”. Ha fatto sapere Elisa Bacciotti, direttrice del dipartimento Campagne di Oxfam Italia, come si legge su Repubblica.

“Siamo di fronte a un’intera generazione costretta a vivere al presente, su posizioni di difesa o di adattamento. L’azione istituzionale deve fare in modo che nel “conflitto distributivo” essere giovani cessi di essere oggi una discriminante a sé che pesa talora più dei tradizionali fattori di genere e provenienza geografica.” Conclude.

Sarebbe bello essere liberi di investire sul proprio futuro senza vincoli, seguendo semplicemente la nostra vocazione, sapendo che una volta finito, il lavoro si trova.

#FacceCaso.

Di Francesca Romana Veriani 

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