Ieri Google ha spento le candeline e come regalo di compleanno noi di FacceCaso gli abbiamo dedicato una delle nostre Top5. Ieri entrando su Internet
Ieri Google ha spento le candeline e come regalo di compleanno noi di FacceCaso gli abbiamo dedicato una delle nostre Top5.
Ieri entrando su Internet vi sarete sicuramente accorti che Google aveva piazzato nella propria homepage un altro dei suoi famosissimi Doodles. Questa volta, però, non lo ha dedicato allo scrittore o allo scienziato di turno, bensì a se stesso.
Ieri, infatti, il motore di ricerca più famoso del mondo ha compiuto 20 anni e ha deciso di festeggiare a modo suo, con una di quelle temporanee varianti del logo che sono diventati un marchio di fabbrica. Noi, invece, vogliamo fargli gli auguri a modo nostro, con una speciale Top5: le 5 cose che (probabilmente) non sapevi di e su Google.
5) Da Google a…To Google
In altre parole da motore di ricerca ad azione fisica vera e propria. Il passaggio è avvenuto nel 2006, quando il verbo inglese “to google” è entrato ufficialmente nei vocabolari anglosassoni con il significato di “cercare informazioni su Internet”. Qualcuno qui in Italia ha provato a fare lo stesso, inventando il neologismo “googlare”, il quale, però, non ha avuto la stessa fortuna del “collega” inglese.
4) La mascotte
Eh sì, per quanto si possa far fatica a crederlo è vero: il search engine più famoso del globo ha una mascotte, Stan. Al contrario di quello che possiate pensare, però, non ha niente a che fare con quei pupazzi a grandezza naturale che capita di vedere durante le partite di basket perché Stan è…l’esoscheletro di un T-Rex. E’ esposto davanti al Googleplex, il quartier generale di Google in California. Lì sembra quasi voler ricordare a tutti coloro che lavorano per il motore di ricerca statunitense di non fare la stessa fine.
3) Non chiamatela azienda
Già, perché più che ad una ditta Google somiglia ad una famiglia, nella quale ci si dà una mano a vicenda e in cui lo scopo non è scalare la gerarchia aziendale, bensì contribuire al successo dell’impresa. E per sottolineare lo spirito collaborativo che unisce i propri dipendenti è stata ideata la cosiddetta “Google Culture”, una filosofia professionale basata sulla meritocrazia, sullo scambio di idee e sull’assenza di qualsiasi forma di discriminazione sul lavoro.
2) Non chiamateli difetti
Come qualsiasi pagina web che si rispetti anche il nostro festeggiato ha i suoi “difettucci”. Quelli del search engine californiano, però, non sono dei bugs, ma degli Easter Eggs creati apposta per divertire l’utente di turno. Se scriviamo la parola “tilt” nella barra di ricerca, per esempio, la nostra pagina si inclinerà leggermente verso sinistra. L’Easter Egg più interessante, però, è quello che si ottiene digitando “do a barrel roll”. Cosa succede? Beh, scopritelo da soli.
1) Google per errore
Sì, perché inizialmente gli ideatori non avevano alcuna intenzione di chiamarlo così. Fu un errore di spelling durante la registrazione del marchio a trasformare l’originario “Googol” nel “Google” che ormai tutti conosciamo. A posteriori possiamo ringraziare quell’errore perché “Googol” è veramente orribile. Beh, che altro dire se non “Tanti Auguri Google!”.
COMMENTS