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How I met Taiwan, Capitolo 4: il border collie

How I met Taiwan, Capitolo 4: il border collie

Vi racconto la mia esperienza, le mie giornate, le mie paure e le mie gioie. Un diario di tutto il mio tirocinio nella bellissima Taiwan. Qualche gio

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Vi racconto la mia esperienza, le mie giornate, le mie paure e le mie gioie. Un diario di tutto il mio tirocinio nella bellissima Taiwan.

Qualche giorno fa, passeggiando per le strade di Taiwan, ho visto un border collie su un motorino. Mi spiego meglio: non stava guidando lui, ovviamente; il padrone lo aveva fatto accomodare nella parte davanti dello scooter, quella dove solitamente si poggiano i piedi. La domanda sorge spontanea, me ne rendo conto:

Ma il cane non si muoveva?!

La riposta è: no! Quel gigante buono era lì che guardava i passanti e si godeva tranquillo il giro in motorino. Qui a Taiwan scarrozzare i cani in questa maniera è del tutto normale. Puoi vedere chihuahua, bulldog, barboncini, carlini, akita. Tutti rimangono calmi in mezzo al traffico pazzo di questo Paese e si fidano ciecamente delle capacità alla guida del loro padrone (loro si fidano…io no).

Vuoi sapere perché non mi fido, eh? Beh, trovarsi nel traffico taiwanese durante le ore di punta è come attraversare una giungla piena di leoni, tigri e scimmie. Nell’ordine di questa analogia animalesca, gli autobus sono i leoni, le macchine sono le tigri e i motorini sono le scimmie fastidiose che gironzolano ovunque. I pedoni, invece, sono i Timon&Pumba della situazione: per salvare le penne devono aprire gli occhi e correre molto velocemente!

La parte più pericolosa delle strade taiwanesi sono gli incroci e gli autisti degli autobus. Allo scattare del semaforo verde, si può andare in qualsiasi direzione anche a discapito dei pedoni che cercano di sopravvivere al passaggio sulle strisce pedonali. La triste verità è che, se sopravvivono all’attraversamento, devono poi fare i conti con la guida matta degli autisti degli autobus. Ne ho visti di conducenti folli (specialmente in Portogallo, in Francia, in Grecia e in America centrale) ma mai avevo visto le persone cadere sul pavimento dell’autobus e scivolare in avanti per una “normale frenata” ad un semaforo rosso. E con “normale” tra le virgolette non voglio intendere un’inchiodata improvvisa: loro frenano così e tu devi rimanere in piedi, da combattente.

Per spezzare una lancia in favore dei trasporti taiwanesi, c’è da dire che sono super organizzati e che muoversi a Taiwan è veramente semplice. Con la EasyCard puoi accedere a tutti gli autobus urbani e le metro di qualsiasi città. Si tratta di una carta elettronica ricaricabile con cui si possono anche fare acquisti e pagare i taxi. Il costo dei mezzi di trasporto urbano è irrisorio e varia da gratis (hai letto bene) a € 1,20 (per tratte di circa 30 km). Per non parlare dei pullman: con € 7,00 percorri 180 km per raggiungere le principali città taiwanesi! A concludere il quadro, ci sono i treni ad alta velocità super efficienti e molto più economici di quelli italiani.

Ci tengo a precisare che questo articolo non vuole essere una critica velata al sistema dei trasporti in Italia. Dopo aver viaggiato molto e in modo particolare da quando sono qui, mi sono resa conto che sono le persone a fare la differenza: i taiwanesi sono corretti, tutti hanno una EasyCard e tutti la passano sui sensori delle macchinette ogni volta che prendono un autobus. Ecco perché qui possono permettersi di attivare servizi gratuiti su alcune tratte; perché per andare da casa all’università potresti spendere solo € 0,50; perché non servono i controllori sui mezzi di trasporto urbano.

Se un Paese può fare affidamento su un popolo civile, rispettoso e corretto, quel Paese funziona. Altrimenti, affonda. Non è un’equazione matematica di sesto grado, è una semplice correlazione causa-effetto.

#FacceCaso

Di Giulia Pezzullo

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