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“Scuola di Tifo”, la scuola dei supporters del domani

“Scuola di Tifo”, la scuola dei supporters del domani

Oggi parliamo di “Scuola di Tifo”, un'iniziativa nata nel 2013 con l'obbiettivo di promuovere il rispetto per l'avversario sugli spalti. “Se tifi un'

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Oggi parliamo di “Scuola di Tifo”, un’iniziativa nata nel 2013 con l’obbiettivo di promuovere il rispetto per l’avversario sugli spalti.

“Se tifi un’altra squadra sei lo stesso mio fratello” [Nu Juorno Buono, Rocco Hunt]

E Rocco Hunt ha ragione da vendere; il problema è che spesso dimentichiamo questo “piccolissimo dettaglio”. Ce lo dimentichiamo perché probabilmente non siamo stati sufficientemente educati ad avere rispetto per i nostri avversari, sia quelli che vediamo in campo che quelli seduti sugli spalti.

Ed è proprio con l’intento di impartire quest’educazione che nel maggio 2013 nasce “Scuola di Tifo”, un progetto che ha come obbiettivo quello di promuovere, soprattutto presso le scuole, ideali sportivi positivi, basati sull’incitamento verso la propria squadra e non sul tifo contro l’avversario.

L’iniziativa è stata sostenuta fin da subito da enti importanti quali il CONI e la Federazione Italiana Pallacanestro e queste partnership hanno permesso al progetto di diffondersi rapidamente su tutto il territorio. Oggi, tra Emilia Romagna, Lombardia, Veneto, Piemonte, Toscana, Liguria, Lazio e Marche, sono più di 130 le scuole coinvolte, per un totale di oltre 15.000 ragazzi.

Ma per “Scuola di Tifo” non è sufficiente; il prossimo passo è quello di far crescere ancora questi numeri tramite la collaborazione degli atleti stessi, chiamati a mettere la faccia in un’iniziativa che in fondo interessa anche loro (perché a nessuno piace essere insultato quando si sta giocando).

E allora non possiamo che fare i nostri migliori auguri ai ragazzi di “Scuola di Tifo”, che da ormai 5 anni “combattono” per far sì che nei palazzetti e negli stadi di tutta Italia ci sia quel clima di festa che lo sport merita e che dimostrano ancora una volta come a scuola non si vada solamente per imparare a leggere e a scrivere.

#FacceCaso

Di Gabriele Scaglione

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