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Nasce l’app per controllare il reddito di cittadinanza

Nasce l’app per controllare il reddito di cittadinanza

Occhio perché l’app si propone di scovare i “furbetti del reddito di cittadinanza”, tutti coloro i quali tenteranno (pur non avendo i requisiti di leg

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Occhio perché l’app si propone di scovare i “furbetti del reddito di cittadinanza”, tutti coloro i quali tenteranno (pur non avendo i requisiti di legge) di ottenere il contributo statale. #FacceCaso.

Una cosa bisogna dirla, che funzioni o meno, la storia del reddito di cittadinanza è diventata molto tecnologica. Il MS5 ha dato vita a io.italia.it, un’app per monitorare gli acquisti effettuati con i soldi che riceveranno i cittadini disoccupati. 

Il viceministro dell’Economia Laura Castelli ha fatto sapere a tutti che a breve sarà possibile scaricarla sullo smartphone.

L’obiettivo di io.italia.it è quello di migliorare la comunicazione fra noi cittadini e la Pubblica amministrazione.

Occhio perché l’app si propone anche di scovare i “furbetti del reddito di cittadinanza”, tutti coloro i quali tenteranno (pur non avendo i requisiti di legge) di ottenere il contributo statale.

“Questa app permette ai cittadini di ricevere messaggi dalla Pubblica amministrazione, di esprimere preferenze”. Ha dichiarato il commissario per l’Agenda digitale Diego Piacentini come riporta TPI.

“Lo staff di Di Maio ci ha chiesto una soluzione tecnologica per il reddito di cittadinanza. Noi abbiamo suddiviso il progetto in quattro blocchi tecnologici: chi ne ha diritto; il passaggio dei soldi dallo Stato al cittadino; il passaggio dei soldi dal cittadino al mercato; la valutazione a posteriori della pratica, la più importante perché risponde alla domanda: ha funzionato questa policy, sì o no?” Prosegue.

“Ci sono 8 mila anagrafi che non si parlano tra loro. È del 2012 la legge per unificarle, diceva che tutti i comuni avrebbero dovuto migrare su un software comune, ma nel 2014 lo aveva fatto solo Bagnacavallo. Poi l’abbiamo presa in mano noi nel 2016 e da un anno è partita la crescita. A oggi sono entrati nell’Anagrafe nazionale più di 600 comuni con 9,5 milioni di abitanti”.

Continua: “Nei prossimi sei mesi arriveremo a 20 milioni di abitanti. Il punto è che si fa la legge, si mandano le circolari e si pensa che magicamente tutto parta, ma non funziona così. Noi abbiamo lavorato con Sogei e introdotto i processi di gestione dei progetti, dal call center al software per la migrazione. Ora lo strumento c’è. Le amministrazioni che vogliono modernizzarsi, lo fanno. No al concetto: i dati sono miei e non li dò agli altri”.

#FacceCaso.

Di Francesca Romana Veriani 

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