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Brainstorming e Problem Solving: l’università riparte dalla pratica!

Brainstorming e Problem Solving: l’università riparte dalla pratica!

Arriva un nuovo metodo di insegnamento: il Problem-based learning (PBL)! Le lezioni basate su questa nuova tipologia di insegnamento si basano sul br

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Arriva un nuovo metodo di insegnamento: il Problem-based learning (PBL)!

Le lezioni basate su questa nuova tipologia di insegnamento si basano sul brainstorming (un confronto di idee che vengono proposte liberamente all’interno di un gruppo), e sul problem solving (la ricerca della migliore soluzione per la risoluzione di una problematica).

Il PBL non è altro che una modernizzazione dell’approccio costruttivista: la conoscenza, secondo il costruttivismo, parte dall’esperienza concreta.

L’idea di rinnovare le lezioni universitarie nasce in Canada negli anni Sessanta, all’interno delle facoltà di Medicina.
Questo metodo infatti è una realtà presente soprattutto nell’ambito medico, ma ha ormai preso piede anche in altre facoltà, e addirittura in alcune scuole secondarie superiori (ad esempio in Malesia e a Singapore).

L’Università di Aalborg, in Danimarca, è famosa per gli insegnamenti basati sul brainstorming e sul problem solving. In Italia, invece, il metodo costruttivista è utilizzato negli Istituti Tecnici Professionali, che secondo i dati MIUR funzionano molto bene: la maggior parte dei neodiplomati trova lavoro.

Ma cosa succede all’interno di una classe che impara attraverso il PBL?

Gli studenti si dividono in gruppi, nei quali ognuno ha un compito diverso ma tutti hanno lo stesso obiettivo: risolvere in modo concreto i vari problemi che gli vengono presentati dai docenti. Questa tipologia di insegnamento esce sicuramente fuori dagli schemi, in quanto ci sono meno lezioni teoriche, e il professore assume il ruolo di tutor, ma è molto efficace e stimolante. Rende gli alunni i veri protagonisti delle lezioni, incoraggiandoli a lavorare in gruppo, e a trovare delle soluzioni creative e personalizzate.

Inoltre le scuole intraprendono progetti con vere e proprie aziende, tutto ciò viene poi inserito nei curriculum degli studenti. Ciò è avvenuto, ad esempio, nel 2016: un gruppo di studenti ha ideato un modello di app Android per aiutare i giovani atleti a mantenere l’equilibrio veglia-sonno.

La teoria serve… per essere messa in pratica!

#FacceCaso

Di Chiara Monaldo

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