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Continuità didattica: i sindacati vincono la battaglia

Continuità didattica: i sindacati vincono la battaglia

Finalmente gli studenti non saranno più costretti a cambiare insegnante in continuazione. #FacceCaso. I sindacati hanno vinto una nuova battaglia: st

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Finalmente gli studenti non saranno più costretti a cambiare insegnante in continuazione. #FacceCaso.

I sindacati hanno vinto una nuova battaglia: stop definitivo alla mobilità docenti. Diciamo addio alla chiamata diretta da parte del dirigente scolastico. Ciao ciao agli algoritmi per la scelta delle destinazioni degli insegnanti lontano da casa con un’unica grande speranza per tutti, quella di provare a restituire continuità didattica alla scuola italiana.

Il tanto atteso accordo ripristina il diritto alla titolarità della sede per tutti i docenti. Per fartela breve, tutti prof potranno presentare domanda di trasferimento o di passaggio esprimendo 15 preferenze. Si potranno indicare (tra le quindici possibilità, sia le scuole preferite che i comuni, i distretti o le province preferite). I professori che riusciranno ad ottenere il trasferimento o il passaggio, riavranno la titolarità sulla sede di destinazione.

Se i presidi volessero assegnare gli insegnanti ai plessi e alle sezioni della stessa scuola presenti in altri comuni, saranno obbligati a garantire agli alunni la continuità didattica. Un altro criterio di cui tener conto sarà il principio del maggiore punteggio dei docenti secondo graduatoria. 

Finalmente gli studenti non saranno più costretti a cambiare insegnante in continuazione. 

Come riporta Repubblica, la Gilda, con riferimento all’incontro di ieri con il premier Giuseppe Conte, ha ribadito che nella nuova manovra di bilancio sarà presente lo sblocco del turnover per i docenti scolastici. Di contro restano ridotte le risorse per il rinnovo del contratto di lavoro.

Il segretario Rino Di Meglio dal canto suo ha proposto di valutare “forme specifiche di alleggerimento per gli insegnanti avanti negli anni come, per esempio, l’opzione part-time più pensione oppure quella di una riduzione dell’orario di lavoro con l’affiancamento e il tutoraggio dei docenti più giovani”.

#FacceCaso. 

Di Francesca Romana Veriani 

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