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Disruptor Challenge, quando l’Università incontra il lavoro

Disruptor Challenge, quando l’Università incontra il lavoro

Oggi vi parliamo del Disruptor Challenge, una manifestazione che ogni anno permette ai giovani di mettere in mostra le proprie potenzialità. Se porta

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Oggi vi parliamo del Disruptor Challenge, una manifestazione che ogni anno permette ai giovani di mettere in mostra le proprie potenzialità.

Se portare a termine un percorso di studi è difficile, riuscire a mettere in mostra ciò che si è appreso durante quel percorso, si sa, lo è ancora di più. Spesso, infatti, il potenziale di alcuni giovani rimane inespresso e nella maggior parte dei casi non soltanto per colpa loro.

Lo sa bene University2business, società del Gruppo Digital 360 che da diverso tempo si preoccupa di agevolare l’incontro tra gli studenti universitari e il mondo del lavoro. A questo scopo organizza periodicamente delle iniziative interessanti come il Disruptor Challenge.

Questa manifestazione include una serie di contest (10 per la precisione) che riguardano soprattutto l’ambito digitale e tecnologico. Caposaldo del progetto “Il futuro è oggi: sei pronto?”, il Disruptor Challenge dà ai giovani la possibilità di entrare in contatto con realtà professionali quali Telepass, Generali Italia ed Enel S.p.a..

I finalisti dell’edizione 2018 sono stati decretati lo scorso 11 dicembre e tra meno di una settimana, nella splendida cornice del Polihub di Milano, sapremo chi saranno i due vincitori assoluti, ovvero coloro che hanno presentato la “business idea” più convincente e l’articolo visionario migliore.

L’obbiettivo, ovviamente, è convertire queste idee in progetti concreti che possano produrre ciò che il nome della manifestazione richiama: una disruption. Questa parola indica quel fenomeno che si verifica quando una “tecnologia di rottura” si impone sul mercato.

Ed imporsi su un mercato, quello del lavoro, è anche la finalità dei giovani che hanno preso parte a quest’importantissima manifestazione. Non sappiamo se ci riusciranno ma già il fatto che ci sia qualcuno che crede ancora in noi ci fa stare bene e ci fa sentire un po’ meno soli.

#FacceCaso

Di Gabriele Scaglione

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