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Nati dal 2000 in giù? La scuola diventa un sogno grazie al decreto!

Nati dal 2000 in giù? La scuola diventa un sogno grazie al decreto!

Il decreto legislativo 13 aprile 2017, n.62 recante “Norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed esami di Sta

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Il decreto legislativo 13 aprile 2017, n.62 recante “Norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed esami di Stato”, diventa finalmente realtà.

Era da tempo che si invocava una modernizzazione del sistema scolastico vigente, ritenuto ormai troppo vecchio e poco adeguato alle esigenze degli studenti. Così si è deciso di introdurre delle novità importanti in merito grazie al decreto legislativo 13 aprile 2017, n.62.

Elementari: cosa cambia?

  • Il dirigente scolastico diventa, in definitiva, il presidente di tutti i docenti;
  • La bocciatura non è più contemplata (se non per voto unanime), in quanto la promozione alla classe successiva avverrà “anche in presenza di livelli di apprendimento parzialmente raggiunti o in via di prima acquisizione”;
  • La lingua inglese sarà oggetto di prova invalsi per le classi quinte;

Liceo o Istituto: cosa cambia?

  • I crediti scolastici finali salgono da un totale di 25, ad un totale di 40;
  • Le prove nazionali invalsi saranno obbligatorie per gli studenti del secondo e ultimo anno per italiano, matematica e inglese;
  • L’esame di Stato viene semplificato: le prove scritte saranno solo due e verranno seguite da un esame orale. Viene così eliminata la terza prova, incubo di tutte le generazioni passate;

La situazione alle medie

Ma le novità più rilevanti di tale decreto sono sicuramente quelle per le medie. Infatti oltre a modificare la valutazione da numeri in giudizi, ed oltre ad anticipare le prove invalsi ad aprile per non farle essere parte della valutazione finale, la più grande novità è il recupero delle insufficienze.

La situazione per i docenti

Per i docenti diventa un po’ il famoso “oltre al danno anche la beffa”, perché non solo arrivano con molti studenti con voti insufficienti a fine anno, ma devono anche attuare delle strategie per farli recuperare prima di assegnargli l’eventuale debito.

Un po’ per evitare scontri tra docenti e genitori (fan accaniti dei loro figli), un po’ per dare quel senso di “nuovo” a cui tanto si inneggia, le carenze degli studenti non verranno più intese come una mancanza di studio, ma come lacune che la scuola deve saper colmare.

#FacceCaso

Di Ludovica Sampalmieri

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