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Viscontino e il “no” ai voti bassi!

Viscontino e il “no” ai voti bassi!

Alla scuola media "Viscontino" si è deciso che non bisognerà mettere voti al di sotto del cinque. Una scelta particolare. Fare i conti con i voti bas

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Alla scuola media “Viscontino” si è deciso che non bisognerà mettere voti al di sotto del cinque. Una scelta particolare.

Fare i conti con i voti bassi non è bello, soprattutto quando sei in prima media e stai affrontando qualcosa di completamente diverso dalle scuole elementari. Proprio per questo, alla Scuola Media Visconti, o “Viscontino” per quelli di Roma, hanno deciso che non si potranno mettere voti al di sotto del cinque. 

Tutto questo per incoraggiare i piccoli alunni al miglioramento e per evitare che un quattro, ancora peggio un tre o un due possano completamente buttare giù un ragazzo. Tu che ne pensi?

Io sinceramente sono un po’ confusa. Capisco il ragionamento della preside, perché recuperare un voto basso non è cosa semplice. Bisogna fare i conti con le materie nuove, con i professori nuovi e con un metodo d’insegnamento molto diverso rispetto alla scuola primaria.

Dall’altra parte, però, i voti tradizionali vanno da uno a dieci e sappiamo bene che un compito valutato cinque è differente da un altro valutato quattro, figuriamoci tre. Il cinque politico, sebbene incoraggi l’alunno, potrebbe portare a varie discussioni all’interno della classe tra coloro che il cinque se lo meritano davvero.

Anche il Ministro Bussetti è un po’ perplesso di fronte a questa decisione, ribadisce infatti la scala tradizionale dei voti. Allo stesso tempo, comprende anche lui la difficoltà di un ragazzo di fronte ad un brutto voto.

Ma forse non sono i voti che devono cambiare. Forse è giusto trovare un metodo di valutazione che non releghi le capacità di un ragazzo ad un solo numero. Perché lo sappiamo tutti, dalle medie all’università, che quei numeri per noi sono fin troppo importanti. 

La Preside del Viscontino ha spiegato più volte che molto spesso un brutto voto può tradursi con l’abbandono della scuola e in un’Italia dove l’abbandono scolastico non è proprio un piccolo problema (se ti interessa, guarda qui) forse questa potrebbe essere una soluzione. O forse no.

#FacceCaso

Di Benedetta Erasmo

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