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Platone docet: l’anima esiste ed è immortale

Platone docet: l’anima esiste ed è immortale

Secondo alcune ricerche di fisica quantistica sembrerebbe che Platone aveva fatto centro. Platone circa 2400 anni fa tentava di dimostrare, attrave

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Secondo alcune ricerche di fisica quantistica sembrerebbe che Platone aveva fatto centro.

Platone circa 2400 anni fa tentava di dimostrare, attraverso la filosofia, che l’anima non è un’invenzione, ma che esiste ed è anche immortale. Ora la ricerca rimane la stessa, ma avviene attraverso la scienza. Da qualche mese ha cominciato a ricircolare un’interessante tesi di fisica quantistica che confermerebbe buona parte di quello che il filosofo ateniese aveva predetto.

Chi ha condotto lo studio

Sono il Prof. Stuart Hameroff e il Prof. Roger Penrose i fisici che hanno illustrato la “Teoria quantistica della coscienza”. Sebbene alcuni studiosi siano propensi a criticare questa tesi, mostrando come si fondi spesso su argomenti fragili, tuttavia la maggior parte è d’accordo nel riconoscere elementi verificati, e che dunque sia degna di approfondimento.

Come funziona

I fisici quantistici spiegano come all’interno dei nostri neuroni, vi sono delle piccole strutture chiamate microtubuli, che sembrerebbero ospitare la nostra coscienza.

Ma cos’è quest’anima? Non si tratterebbe del risultato di una banale interazione fra i neuroni, ma sarebbe una specie di curioso “software”, una sorta di programma del cervello che contiene informazioni.

La morte invece?

Il Prof. Hameroff, dopo aver analizzato vari esperimenti, sarebbe giunto a delle conclusione anche sul fenomeno della morte: mentre i microtubuli perdono il loro stato originario, le informazioni quantistiche contenute al loro interno, non si deteriorano, ma anzi sopravvivono eternamente. La coscienza dunque si libererebbe dal corpo e si disperderebbe nell’universo, cui appartiene da sempre e di cui è parte integrante.
Infine Platone non solo avrebbe avuto ragione nel sostenere l’esistenza e l’immortalità dell’anima, ma anche sulla relazione di quest’ultima con il corpo ci sarebbe andato vicino: essa propriamente non “cade” nel corpo, ma risulterebbe da un semplice effetto di gravità all’interno dei microtubuli.
Se così fosse, si potrebbe ipotizzare che il senso della nostra esistenza sia quello di accrescere il più possibile la nostra conoscenza, avvicinarci quanto più possiamo alle “idee”, per arricchire e far progredire il nostro sviluppo intellettuale e spirituale.

#FacceCaso

Di Bianca Ruffolo

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