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Ansie di uno studente universitario

Ansie di uno studente universitario

Lo studente universitario (soprattutto il fuori sede) è sottoposto quotidianamente a stress e ansie, dai studi ai primi problemi di vita quotidiana, e

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Lo studente universitario (soprattutto il fuori sede) è sottoposto quotidianamente a stress e ansie, dai studi ai primi problemi di vita quotidiana, ecco le dieci più comuni.

Le dieci ansie (fobie può sembrare esagerato) che ogni studente universitario vive ogni giorno. Dagli esami alla spesa, dalla vita sociale a quella con i coinquilini, l’universitario tipo è  sempre accompagnato da qualche preoccupazione che affligge la suo quotidianità.
Di seguito ve ne riportiamo cinque delle dieci indicate nel simpatico articolo di  Skuola.net.

Il frigo vuoto

Che il cibo sia la cosa più importante è risaputo. Aumenta la memoria, dona energia al corpo e consola le serate passate sui libri. Molte volte però lo studente, tra i suoi tremila impegni e corse contro il tempo, torna a casa e trova il frigo vuoto. Capisce finalmente cosa l’ha tormentato per tutto il giorno, lui e i suoi coinquilini. Di solito l’evento avviene nelle ore tarde e l’offerta proposta dalle attività locali, sono schifezze di cioccolata del distributore sotto casa e probabilmente il primo alimentari h24 si trova troppo lontano per trovare la voglia di intraprendere il viaggio. La prima soluzione che viene in mente allo studente di solito è quella di cercare per la casa alimenti che lo portino alla sopravvivenza fino al giorno dopo, ma solitamente fallisce. Dopo anni di selezione naturale e studi su programmi tv dedicati alla capacità di arrangiarsi in situazioni estreme lo studente universitario del ventunesimo secolo ha trovato un ottimo compromesso nelle consegne a domicilio( di solito a base di pizza).

Il libro dopo…

Sulla scrivania dell’accademico il 90% del materiale presente sono libri (oltre i scontrini e post-it). Questi molte volte riguardano tutti lo stesso esame e quando il nostro eroe si siede a tavolino per studiare, invece di concentrarsi inizia a contare i libri che gli mancano al compimento dei studi. Le ansie salgono, i volumi oltretutto hanno un numero di pagine di solito non inferiori alle 400 pagine. La mente dello studente si annebbia e davanti a tutti questi giganti non si accorge del libro in fondo a tutti gli altri, almeno fino al giorno dell’esame. Di solito la scoperta avviene alla domanda del compagno “Ma tu del secondo libro hai capito qualcosa?”. Dopo i primi istanti di panico, noti sulla guida dello studente che in fondo, nelle note dell’esame leggi “Inoltre per il superamento dell’esame universitario si ritene obbligatorio lo studio del seguente manuale”.

La paura di andare fuori corso

La vita dello studente è un grande calcolo delle probabilità e un’accurata pianificazione degli esami, per evitare di entrare nella temuta fascia dei “fuori corso”. Molti temono questa targhetta come fosse un marchi a fuoco sulla pelle, il terrore scaturisce dalle leggende riguardanti lo studente fuori corso che non troverà mai lavoro dopo la laurea, che sarà la vergogna verso le aspettative dei genitori o magari la storia dell’amica della cugina del coinquilino che è bloccata all’esame di Astrofisica da 5 anni. Insomma il libro di miti in merito al fuori sede è vasto e ricco di racconti, che molte volte per quanto siano fantascientifici e irrazionali tormentano e angosciano lo studente.

La mancanza di denaro

Il rapporto più complicato nel periodo degli studi è quello con il denaro, che sia lo stipendio che si guadagna  in un lavoro part-time o che sia  il “supporto” dei genitori, lo studente comunque non saprà gestirlo. I primi quindici giorni del mese sono i più felici, magari anche senza esami. Si sente libero e ricco,non facendosi problemi a spendere gran parte dei suoi averi. La ragione inizierà a farsi sentire intorno al venti del mese, dove anche una bottiglietta d’acqua implica i conti fino alle nuove entrate.

Il dopo

La corsa alla laurea, è una delle ansie che ogni giorno l’universitario prova appena sveglio, poi gli viene ricordato dai genitori, dai compagni, dai professori e magari anche dalla dolce metà. Per tutto il restante del suo periodo di studi, sarà la sua ansia più grande. La domanda più grande che lo studente si pone invece è quella del “dopo”. Cosa accadrà in seguito alla laurea? Che ne sarà della mia vità? Troverò mai un posto fisso prima dei quaranta?
Queste sono solo alcune delle domande in merito, ma vengono accantonate quasi immediatamente per un istinto di sopravvivenza che tutela la sanità mentale del soggetto.

#FacceCaso

Di Dario Argenziano

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