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Continua il reportage del mio viaggio in Kenya: oggi fattorie e comunità indigene (pt.2)

Continua il reportage del mio viaggio in Kenya: oggi fattorie e comunità indigene (pt.2)

Dopo una pausa torno a raccontarvi del mio viaggio in Kenya in stile "sostenibile": vi porto a conoscere le comunità locali, ma soprattutto vi mostro

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Dopo una pausa torno a raccontarvi del mio viaggio in Kenya in stile “sostenibile”: vi porto a conoscere le comunità locali, ma soprattutto vi mostro come si raccoglie il miele a mani nude!

La nostra avventura tra comunità indigene, cibo keniota slow food e progetti di empowerment continua. Da oggi sempre più immersi nella natura. Il mio viaggio in Kenya si fa sempre più interessante e sostenibile. Per chi si fosse perso la prima puntata può recuperare cliccando qui.

Giorno 2: un pranzo in famiglia!

Il pulmino ci aspetta fuori dal nostro hotel di prima mattina e noi siamo carichissimi per ripartire.

Giorno 2: si riparte!

Oggi siamo invitati a pranzo da una famiglia indigena della tribù degli Ogiek. Arriviamo al loro villaggio e ci accolgono calorosamente facendoci fare un piccolo giro panoramico. Le case qui sono piccoline e hanno una struttura in legno, mentre il rivestimento è in fango.

Tipiche case

 

Anche qui le ONG hanno fornito un grande aiuto insegnando alla comunità a come sfruttare al meglio o prodotti della terra. E infatti ora ci aspetta un pranzetto succulento rigorosamente preparato in stile tradizionale. Uno dei cibi più tipici della zona è la pecora, esattamente quella che vedete nel piatto: la carne può risultare un po’ dura ma è veramente deliziosa. Questo tipo di prodotto, che si trova solo qui, è così prelibato che ha ricevuto il presidio “Slow Food”.

Pranzetto tipico

Prima di salutarci una capatina al bagno è d’obbligo, e qui è d’obbligo sapersi adattare e fare poco gli schizzinosi! Anzi, c’è anche la carta igienica 😉 Qui sotto un paio di foto inedite!

Carta igienica, stile originale!

Bagno di fango

In mezzo alla foresta alla ricerca del miele!

Dopo un pranzo delizioso manca solo un dolcetto, nessun problema andiamo a prendercelo! Ci addentriamo per una passeggiata nella fitta foresta Mau, dobbiamo arrivare agli alveari. Ma noi che ci aspettavamo di trovare le tipiche cassette, ci sbagliamo di brutto: dobbiamo guardare in alto! Qui gli alveari sono dei pezzi di tronchi appesi in alto negli alberi, e come facciamo a prendere il miele?

L’alveare sarebbe il tronco messo in orizzontale sopra all’albero, e infatti si può notare il nostro accompagnatore arrampicato nell’intento di prendere un po’ di miele. Noi a occhi sbarrati e anche abbastanza preoccupati ci godiamo lo spettacolo a qualche metro di distanza. Il nostro eroe dopo essersi arrampicato a mani nude sino in cima all’albero ha infilato con tutta naturalezza il suo braccio dentro all’alveare per prelevarne un po’ di miele. Non credo di aver mai mangiato qualcosa di così buono. Infatti questo miele, tipico della tribù degli Ogiek ha ricevuto il presidio Slow Food.

Per oggi il mio viaggio in Kenya finisce qui, ma settimana prossima si continua l’avventura in posti mozzafiato!

P.S: Per chi ancora non è stanco di viaggiare, consiglio gli altri miei racconti di viaggio, c’è solo l’imbarazzo della scelta: Albania, GreciaMacedoniaCroaziaRomania, UngheriaMoldaviaTransnistriaSerbia, un piccolo focus su Lisbonae un reportage sul mio viaggio in Ladakh, la regione dell’India che si trova sulle montagne dell’Himalaya e del Karakorum (parte 1parte 2parte 3, e parte 4)

#FacceCaso

Di Chiara Zane

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