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Il professore più bravo d’Italia

Il professore più bravo d’Italia

Giuseppe Paschetto è un professore di matematica che grazie a sistemi innovativi è risultato primo tra gli italiani che concorrono al titolo di "Globa

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Giuseppe Paschetto è un professore di matematica che grazie a sistemi innovativi è risultato primo tra gli italiani che concorrono al titolo di “Global Teacher Prize”.

Questa volta attraversiamo il fiume e parliamo di un professore, non di studenti. Già, spesso si parla, giustamente, delle numerosissime eccellenze giovanili del Bel paese, ma non questa volta. Questa volta si parla di chi le coltiva queste intelligenze.

Chi è?

Parliamo di Giuseppe Paschetto, uno di quelli che insegnano a modo loro, e bene. Uno di quelli per cui vale la pena impegnarsi, uno dei prof che la sera a casa pensano a come migliorarsi, a come fare lezioni più belle, coinvolgenti e piacevoli. Insomma, per farla breve, è il primo italiano tra i 50 professori, provenienti da tutto il mondo, in gara per il “Global Teacher Prize” della Varkey Foundation.

Paschetto, 63 anni passati a studiare e poi insegnare matematica, è professore nella scuola media “A.Garbaccio” di Mosso, in provincia di Biella. Ha scritto il libro “Ananda” e promuove la “Felicità Interna Lorda” come metodo di insegnamento.

In un’intervista rilasciata a “Libreriamo”, ha parlato dei suoi metodi di insegnamento così particolari e innovativi. Paschetto ha infatti deciso di “fare a meno dei libri di testo a beneficio di metodi sperimentali come MathEmotion e Scienzattiva, eliminare i compiti obbligatori e le insufficienze nelle verifiche, fare a meno dei banchi in fila e della cattedra per creare postazioni di lavoro cooperativo”.

Il professore ha poi trattato il tema del bullismo, così importante e centrale nella scuola di oggi: “Si tratta di cambiare alla radice il sistema scolastico e l’approccio degli insegnanti. È assurdo che gli studenti considerino la scuola come una prigione o una caserma da cui andarsene il più in fretta possibile”.

La scuola deve tornare a essere una leva di riscatto sociale, un luogo in cui gli alunni sono felici di venire sentendola come un bene loro.

È così che spariscono bullismo, vandalismi, furti per costruire una armoniosa comunità educante. A Mosso lo tocchiamo con mano”.

#FacceCaso

Di Giulio Rinaldi

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