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Giovani chef calabresi si raccontano: young, carini e occupatissimi

Giovani chef calabresi si raccontano: young, carini e occupatissimi

I migliori chef calabresi parlano della Calabria bella, pulita, positiva: quella gastronomica. Consapevolezza ed entusiasmo. Sono queste le due parol

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I migliori chef calabresi parlano della Calabria bella, pulita, positiva: quella gastronomica.

Consapevolezza ed entusiasmo. Sono queste le due parole d’ordine che caratterizzano la crescita della new wave degli chef calabresi. Formata da under 40, ma perlopiù sui 30 anni, che hanno reso proprie le dinamiche e le modalità dell’alta ristorazione, senza cadere in passi falsi.

Sognando si, ma con i piedi ben piantati a terra. A FoodExp, il congresso gastronomico di Lecce, a fare da ambasciatori della nuova Calabria “a tavola” sono stati Luca Abruzzino ( ristorante Abruzzino, Catanzaro – Santo Janni), Nino Rossi (Qafiz, Santa Cristina d’Aspromonte), Antonio Biafora ( ristorante Biafora, San Giovanni in Fiore), Caterina Ceraudo (Dattilo, Strongoli), fiori all’occhiello di questa giovane ristorazione che vuole promuovere e rilanciare una terra senza rinnegare le sue criticità e la sua anima.

Rispecchiano la figura di cuoco contemporaneo colto, preparato, immerso nel mondo di oggi, consapevole dell’eredità che si ritrova ad avere. Un rinascimento gastronomico che vuole rilanciare la cucina calabrese anche a livello internazionale. Certamente i quattro giovani citati hanno esperienze diverse, ma un minimo comun denominatore: la storia familiare.

Figli d’arte, ad eccezione di Nino Rossi che ha creato la sua attività cambiando destinazione ad una dimora di famiglia, si sono presi in carico le attività di famiglia, assumendosi rischi e responsabilità che ciò comporta, e hanno trovato il loro habitat in cucina e Calabria. Certo, sanno che il passaggio generazionale non è per niente facile, ma hanno approfittato di ogni occasione per imparare, per caso, per necessità o per passione innata poco interessa.

Avendo anche l’appoggio delle loro famiglie, che hanno capito una cosa importante: se si vuole cambiare qualcosa, si deve lasciare spazio ai giovani. Inserirsi in un ambiente restio ai cambiamenti non è, però, cosa semplice. Tassello fondamentale dell’economia delle attività ristorative sono i vari eventi che si organizzano, come i matrimoni. Per questo spesso si tiene separati eventi e gastronomia.

Molti calabresi tornano a casa in estate per sposarsi. La cucina, solitamente, si concentra nel fine settimana. Gli altri giorni ci sono conserve, catering, azienda vitivinicola. L’attaccamento alle radici e ai grandi ingredienti regionali è una opportunità da cogliere. Intere generazioni, dai 18 ai 40, scappano via da questa terra bella e dannata. Bisogna dare loro un motivo per tornare e fermarsi.

#FacceCaso

Di Licia Oleandro

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