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Pride, la mobilitazione dei docenti con lezioni alternative in Italia

Pride, la mobilitazione dei docenti con lezioni alternative in Italia

Pride di solidarietà nelle scuole per la professoressa sospesa: tra chi legge Montale e chi insegna la Costituzione, un momento importante per il corp

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Pride di solidarietà nelle scuole per la professoressa sospesa: tra chi legge Montale e chi insegna la Costituzione, un momento importante per il corpo docente degli istituti italiani.

Il 21 maggio è stato il Teacher Pride, manifestazione dedicata all’orgoglio di essere docenti. Questa iniziativa è stata lanciata in tutte le scuole italiane per sostenere la professoressa di Palermo Rosa Maria dell’Aria che è stata sospesa per 15 giorni per omesso controllo su una ricerca dei suoi studenti in cui si richiedeva di fare un parallelo tra le leggi razziali del 1938 e il decreto sicurezza del 2018.

L’iniziativa di leggere la carta costituente ad alta voce ed in piedi è partita dai docenti del Liceo Anco Marzio di Ostia e si è estesa a Bologna, Palermo, Benevento, Genova, Piacenza, Venezia, Milano, Campobasso, Livorno, Grosseto, Modena. Ma l’elenco continua. È stato anche lanciato l’hashtag “Io non sorveglio, sveglio”. C’è rabbia e indignazione nel mondo della scuola, sensazione di essere continuamente sotto attacco, sfiduciati, avere l’indice puntato addosso.

Tutti i maestri, professori, educatori si sentono coinvolti e colpiti nei loro diritti costituzionalmente garantiti. Al liceo Agnesi di Milano è stato visto il video incriminato e poi si è proseguito con la lettura degli articoli della Costituzione, per riprendere poi Montale e la sua lezione morale, alla sua sottoscrizione del Manifesto degli intellettuali antifascisti. Insomma, lezioni alternative, lettura nelle classi e nelle aule di università degli articoli 21 e 33 della Costituzione, quelli sulla libertà di pensiero, sull’arte e sulla scienza che sono libere. E libero ne è l’insegnamento.

Aderiscono, inoltre, l’Anpi di Roma, tanti movimenti ed associazioni, i sindacati con gli insegnanti promuovono presidi davanti agli uffici scolastici e alle Prefetture per chiedere il ritiro del provvedimento. Anche nelle varie Università gli studenti si sono mossi. Un appello al Presidente della Repubblica è stato firmato dai presidenti di oltre 50 associazioni e consulte dell’area umanistica.

#FacceCaso

Di Licia Oleandro

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