Tempo di lettura: 3 Minuti

La digitalizzazione delle scuole è un obiettivo ormai troppo distante?

La digitalizzazione delle scuole è un obiettivo ormai troppo distante?

La maggior parte delle scuole non si è mai preoccupata o interessata troppo ad una digitalizzazione delle scuole e i motivi sono i più svariati. Sapp

Ladri di computer. Ecco cosa accade nelle università Milanesi
Giochi da tavolo: ecco il loro rientro dallo stile vincente. Facciamo un’altra partita?
Fridays for school, la protesta degli studenti per tornare a scuola

La maggior parte delle scuole non si è mai preoccupata o interessata troppo ad una digitalizzazione delle scuole e i motivi sono i più svariati.

Sappiamo che l’introduzione del digitale nella scuole è in ritardo e che e la digitalizzazione in sé di un sistema scolastico è un processo estremamente complesso.

Vediamo come nel 2013 l’OCSE ha indicato due possibili strade per colmare la mancanza del digitale nelle scuola.
Secondo quest’organizzazione il futuro della scuola è nella digitalizzazione dunque nell’applicazione della tecnologia più innovativa agli strumenti didattici, o nell’utilizzo quotidiano di Tablet e lavagne luminose, una connessione wi-fi in classe la quale darebbe la possibilità di interagire tranquillamente con compagni ,docenti ma soprattutto con il web senza sprecare il proprio internet.

In secondo luogo la stessa digitalizzazione passa anche attraverso la formazione dei docenti. Infatti sono questi ultimi ad offrire ai giovani nuove possibilità di crescita scolastica, anche se la maggior parte sono restii al cambiamento. Il problema sorge nel momento in cui molti insegnanti non conoscono gli strumenti informatici, non hanno gli strumenti giusti per aggiornarsi, per adeguarsi, per modificare le loro lezioni e contribuire a una scuola nuova. Dunque le scuole non progrediscono(soprattutto in Italia).

Alcune scuole però in giro per il mondo si sono aperte al cambiamento e qui ne ho riportate due particolarmente intriganti:
che La Alt School a San Francisco pone fine all’educazione tradizionale, puntando a migliorare le abilità tecnologiche aiutando i bambini ad imparare a pensare in modo flessibile per potersi poi adattare al cambiamento nel mondo. Gli alunni che la frequentano non usano carta e penna ma IPad, al posto dei compiti hanno una playlist di attività e per disegnare usano software di progettazione 3D.

La Steve Jobs School ad Amsterdam che invece rifiuta in pieno la saggezza tradizionale. Ogni studente inizia il suo percorso scolastico con un piano di sviluppo individuale (IDP). Sulla base del risultato dell’IDP, al bambino vengono poste nuove sfide di apprendimento personali. Tutti gli studenti della scuola di 4° e 12° grado, ricevono IPad carichi di applicazioni per guidare l’apprendimento personalizzato.

Sono entrambi programmi molto interessanti che cercano di coinvolgere appieno lo studente. Niente più libri pesanti, niente evidenziatori, niente quaderni sembra tutto così bello. Non per tutti però adottare la tecnologia a scuola risulta positivo. Infatti non tutti gli studenti o gli insegnanti hanno dei device disponibili: alcuni studenti, ma anche alcuni professori, potrebbero non avere un computer, o non avere una connessione internet a casa, magari semplicemente perché non possono permetterselo.

Il rischio è quello di creare una frattura sociale, prima ancora che culturale, all’interno della classe. Inoltre è una possibile fonte di distrazione: abituati ad usare i device per cose ben più divertenti, come social network, giochi, messaggi istantanei, non molti riuscirebbero a concentrarsi sull’apprendimento.

In generale la tecnologia risulta un invenzione rivoluzionaria ma abbastanza pericolosa, bisogna solo saperla utilizzare a modo in dipendenza dal luogo in cui viene utilizzata.

#FacceCaso

Di Marta Mari

COMMENTS

WORDPRESS: 0
DISQUS: 0